
L’oro e l’argento stanno riemergendo come ancore fondamentali dell’equilibrio finanziario globale. Dopo oltre un decennio in cui i metalli preziosi sono stati marginalizzati dai mercati digitali e dalle criptovalute, un mix di crisi geopolitiche, inflazione strutturale, e rischio sistemico sui derivati ha riacceso l’interesse — sia da parte degli investitori privati che degli attori istituzionali.
Contenuti
1. Domanda sovrana e politiche minerarie: il ritorno all’hard money
Il World Gold Council ha documentato che nel 2023 le banche centrali hanno acquistato oltre 1.082 tonnellate di oro, il massimo da oltre mezzo secolo. (Goldhub 2023)
Nel 2025, la tendenza continua, e si rafforza: gli Stati Uniti, sotto l’amministrazione Trump, hanno annunciato l’istituzione di una riserva strategica di Bitcoin, ma hanno contemporaneamente negato categoricamente la possibilità di vendere oro per finanziare l’operazione.
In parallelo, è stato firmato un ordine esecutivo per aumentare la produzione mineraria nazionale, incluso l’oro, con l’obiettivo di ridurre la dipendenza da fonti estere e trasformare le risorse naturali in leva geopolitica e industriale. (QUI)
2. Un sistema derivato sotto pressione
Secondo il report del London School of Economics (2023), il sistema dei derivati su oro e argento presenta una fragilità strutturale, legata alla crescita sproporzionata del mercato cartaceo rispetto alle riserve fisiche disponibili. (LSE – Structural Fragility in Precious Metal Derivatives)
A marzo 2025, queste preoccupazioni sono sfociate in eventi concreti:
- Il Comex ha sospeso quattro contratti derivati su oro e argento
- Il DTCC ha aggiornato le regole operative per gestire eventi sistemici improvvisi, come fallimenti di consegna o attacchi informatici.
Molti osservatori temono che una crisi dei derivati possa essere mascherata da incidente tecnico, per evitare il panico tra gli investitori (Il Sussidiario)
3. L’argento: asset strategico nella transizione industriale
Un paper pubblicato su Resources Policy (Elsevier, 2024) conferma che l’argento è centrale nelle tecnologie della transizione verde (fotovoltaico, batterie, elettronica). (Elsevier). Tuttavia, la produzione globale è stagnante e le scorte disponibili si assottigliano. Il risultato? Una crescente divaricazione tra il valore industriale dell’argento e il suo prezzo di mercato, oggi ancora contenuto attorno ai $25–30/oz. Secondo lo studio, $60/oz è un obiettivo plausibile entro il 2026, in uno scenario di normalizzazione domanda-offerta.
4. Prezzi elevati ma possibilità di pullback tecnico: un segnale da non ignorare
Tuttavia, dopo un rally da $2.620 a $3.065 l’oncia, l’oro ha mostrato segnali di indebolimento tecnico. (Kitco)
Utilizzando livelli di Fibonacci, Wagner individua potenziali supporti a:
- $3.012 (23.6%)
- $2.980 (38.2%)
- $2.955 (50%)
Sebbene la tendenza di lungo termine resti chiaramente rialzista, una correzione tecnica a breve termine potrebbe offrire un punto d’ingresso favorevole per gli investitori attenti. Il contesto fondamentale (tassi, inflazione, geopolitica) resta fortemente a supporto dei metalli preziosi.
Conclusione
Il 2025 segna un punto di svolta nel ruolo dell’oro e dell’argento:
- L’oro è tornato al centro della strategia monetaria sovrana
- L’argento sta emergendo come metallo industriale chiave nella riconversione energetica
- Il sistema dei derivati è sotto pressione, e sempre più investitori richiedono il possesso diretto del metallo fisico
Non è il prezzo a dover convincere gli investitori, ma il contesto storico. Quando un sistema perde credibilità, l’oro e l’argento non diventano solo beni rifugio: diventano beni monetari alternativi.