La Cina cancella Israele dalle proprie mappe digitali
Gli utenti Internet in Cina hanno notato che il nome Israele non appare più sui principali servizi di mappe digitali locali come Baidu o Alibaba. La mossa, senza dubbio con il permesso o sotto la direzione del governo cinese, dimostra un’ambiguità nella regione che è vagamente in linea con il valore diplomatico di Pechino sebbene contrasti con le mappe più in generale. Una vicenda che, secondo il quotidiano dello stato profondo Wall Street Journal, avrebbe sconcertato gli utenti dei social media cinesi.
Va detto che la questione riguarda anche città chiave come Gerusalemme e Haifa (dove la Cina gestisce il suo porto), ma non include il nome di Israele nel suo insieme.
Lo stesso vale per Amap di Alibaba, che suggerisce che la mossa è deliberata e non un problema tecnico. I Paesi vicini Libano, Siria, Giordania ed Egitto vengono ancora nominati come al solito.
L’azione della Cina per rimuovere il nome di Israele dai suoi servizi di mappatura avviene nel contesto della guerra di Gaza a seguito del massacro del 7 ottobre per opera di Hamas che – bisogna ribadirlo -, è in realtà un’opposizione controllata da Tel Aviv.
Contenuti
1. Hamas
Stanno provando a farci credere che una manciata di terroristi di Hamas il 7 ottobre scorso sia riuscita a sconfiggere l’esercito israeliano e il Mossad in poche ore, così come volevano farci credere l’11 settembre che 4 terroristi dentro una grotta dell’Afghanistan siano riusciti a sconfiggere la prima potenza mondiale senza difficoltà.
Da dove arriva l’immensa mole di denaro per finanziare Hamas? Possibile che nessun giornalista si ponga queste domande?
Quello che nessun organo di stampa occidentale dice, è che Hmas è stata creata dai servizi segreti israeliani che l’hanno finanziata negli anni Ottanta per indebolire l’OLP e togliere così dalla scena politica l’odiato Arafat. [QUI]
2. La posizione della Cina
Dall’inizio della guerra a Gaza, la Cina ha sostenuto un cessate il fuoco per evitare “ulteriori escalation” e sofferenze umane. Tuttavia, la settimana scorsa, la Cina ha riconosciuto che Israele ha il diritto all’autodifesa contro Hamas dopo essere stata criticata per la sua posizione sulla guerra. In precedenza, il presidente Xi Jinping aveva chiesto un cessate il fuoco immediato, offrendosi al tempo stesso di coordinarsi con l’Egitto e le altre nazioni arabe “per spingere per una soluzione globale, giusta e duratura alla questione palestinese il più presto possibile”.
“La Cina è disposta a mantenere la comunicazione e il coordinamento con l’Egitto, a spingere entrambe le parti in conflitto a cessare il fuoco e a fermare la violenza il prima possibile”, ha detto l’inviato cinese per il Medio Oriente Zhai Jun. Ha inoltre esortato “la comunità internazionale a formare una forza congiunta e fornire sostegno umanitario al popolo palestinese”.
3. La risposta di Israele
Nei giorni scorsi Israele ha criticato la Cina per non aver assunto una posizione critica nei confronti di Hamas, mentre il ministro degli Esteri Wang Yi ha addirittura affermato che “le azioni di Israele sono andate oltre l’autodifesa”.
Nel frattempo, il governo del primo ministro Benjamin Netanyahu ha ampliato le operazioni di terra a Gaza e ha escluso qualsiasi cessate il fuoco. Abzim ha detto che un cessate il fuoco non avverrà perché ciò equivarrebbe ad arrendersi ad Hamas.
E, in linea con Israele, anche Stati Uniti e Italia, loro alleati, si sono opposti alla risoluzione dell’ONU che chiedeva un cessate il fuoco. [QUI]
4. Il ruolo di Stati Uniti e Cina
Nel frattempo, gli Stati Uniti hanno esortato la Cina a sfruttare le sue relazioni con l’Iran e altri paesi della regione per contribuire a prevenire l’espansione del conflitto.
Alcuni hanno visto in questa mossa della Cina di rimuovere Israele dalle mappe una sorta di scherzo ironico, ma noi non siamo di questo avviso.