26 Dicembre 2024
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© by Filippo Chinnici

 

La figura di Babbo Natale è uno degli archetipi culturali e sociali più radicati nella tradizione natalizia moderna. Sebbene sia universalmente riconosciuto come simbolo di generosità e benevolenza, la sua storia e le sue origini sono molto più complesse di quanto comunemente si creda. La figura di Babbo Natale è il risultato di una fusione di tradizioni kabalistiche, mitologiche e esoteriche, molte delle quali risalgono a culti antichi, riti pagani, e addirittura alla cultura delle società segrete. In questo articolo esploreremo le origini esoteriche di Babbo Natale, esaminando come il suo personaggio si collega a società segrete come la massoneria, i Cavalieri Templari, e i Rosacroce, nonché come la figura di Babbo Natale rispecchi concetti magici e gnostici, tipici delle tradizioni esoteriche e sataniche.

1. Le origini mitologiche

La figura di Babbo Natale ha le sue origini principalmente in San Nicola di Myra, un vescovo cristiano del IV secolo noto per la sua generosità verso i poveri e per la tradizione delle sue opere caritatevoli. La leggenda racconta che questo vescovo donava regali ai bambini e aiutava i bisognosi. Questo ha influito notevolmente nella tradizione del dono natalizio. Tuttavia, la sua trasformazione in un personaggio come Babbo Natale è avvenuta nel contesto di un incontro tra pre-cristiani ed esoterici. Facciamo qualche passo indietro.

1.A. Odin e la tradizione norrena

La figura di Babbo Natale ha radici anche nella mitologia norrena, in particolare nel dio Odin. Durante il periodo delle feste invernali, i norreni celebravano il Yule, un festività che coincideva con il solstizio d’inverno. Odin, conosciuto anche come Allfather, (un dio che governa su tutti i padri, un super Babbo) era una divinità legata alla saggezza, alla morte e alla rinascita, ed era descritto come un vecchio barbuto che cavalcava un cavallo a otto zampe, chiamato Sleipnir, portando doni e benedizioni alle persone.

Questa connessione tra Odin e Babbo Natale è evidente nell’immaginario popolare, dove Babbo Natale (padre della natività) è spesso raffigurato come un uomo anziano e barbuto che viaggia con una slitta trainata da renne. La slitta di Babbo Natale può essere vista come una versione simbolica della cavalcatura di Odin, un mezzo attraverso il quale il dono della saggezza e della luce viene portato alle persone durante l’inverno, un periodo simbolicamente legato alla morte e alla rinascita.

1.B. Il dio norreno Thor e il viaggio notturno

Un altro parallelo interessante è con Thor, il dio del tuono della mitologia norrena, che era anche una figura associata alla protezione dei bambini. In alcune versioni della tradizione norrena, Thor volava durante il periodo di Yule, come una sorta di portatore di doni, un tema che riecheggia il viaggio notturno di Babbo Natale. Thor, come simbolo di potere e forza, può essere visto come un protettore della luce, che in molte tradizioni esoteriche rappresenta la lotta contro le forze delle tenebre.

Babbo Natale, nella sua forma moderna, è un archetipo della generosità e della gioia del dono, ma è anche una figura che racchiude simbolismi più profondi legati al solstizio d’inverno e ai rituali di rinascita. La nascita di Babbo Natale come lo conosciamo oggi si sviluppa principalmente nell’Occidente così detto cristiano, ma le sue origini possono essere fatte risalire a tradizioni pre-cristiane legate al solstizio d’inverno, kabalistiche e magiche. In molte culture antiche, il solstizio rappresentava il confronto tra la luce e le tenebre, tra la vita e la morte, e simboleggiava il ritorno della luce, il rinnovamento e la rinascita. Questa dualità tra luce e tenebre è intrinsecamente legata all’esoterismo, dove la lotta tra il bene e il male è vista come una metafora per il cammino spirituale che l’iniziato deve percorrere per raggiungere l’illuminazione.

2. Le radici esoteriche

Nel contesto esoterico, Babbo Natale non è semplicemente un distributore di regali, ma una figura che simboleggia l’iniziato, il maestro spirituale che guida l’individuo attraverso il cammino del cosù detto “risveglio”. La sua figura di vecchio barbuto e vestito di rosso simboleggia l’antico sapere tramandato, mentre il suo viaggio durante la notte del 24 dicembre è una metafora dell’iniziazione che avviene nel buio prima del ritorno della luce. In molte tradizioni esoteriche, infatti, l’iniziato deve attraversare un periodo di oscurità interiore e di purificazione prima di raggiungere un’illuminazione spirituale. Babbo Natale, quindi, rappresenta non solo un simbolo di generosità, ma anche un archetipo di trasformazione interiore, che guida l’individuo attraverso la sintesi delle forze opposte (luce e oscurità) verso una rinascita spirituale.

Infatti, molte delle tradizioni e dei simboli che circondano Babbo Natale si intrecciano con i rituali iniziatici e le pratiche esoteriche delle società segrete. La figura di Babbo Natale, come un vecchio saggio che porta doni a chi è puro di cuore, riflette un archetipo che è presente in molte tradizioni esoteriche, come la Massoneria, i Rosacroce, e i Templari. In queste tradizioni, l’iniziato è spesso visto come un individuo che riceve illuminazione e conoscenza da un maestro anziano, il quale rappresenta la saggezza universale e il passaggio verso un nuovo stadio di consapevolezza spirituale.

In particolare, la Massoneria ha molti rituali legati alla figura dell’anziano saggio che guida il candidato attraverso le prove dell’iniziazione. Il cammino attraverso l’oscurità verso la luce è un tema comune nei riti massonici, e Babbo Natale, nel suo viaggio notturno, potrebbe essere interpretato come un simbolo della illuminazione che arriva nel periodo più oscuro dell’anno, il solstizio d’inverno. Babbo Natale, in questo contesto, rappresenta la fogura del “Maestro” iniziatico, una sorta di guida spirituale, che porta i suoi “discepoli” (i bambini, simbolo di chi è pronto a ricevere e apprendere) attraverso un percorso di rivelazione e di illuminazione, proprio come accade nelle scuole misteriche dell’antichità.

2.A La tradizione rosacrociana

Un altro legame interessante riguarda la tradizione Rosacrociana, che è nota per la sua enfasi sulla trasformazione spirituale attraverso il simbolismo della luce che trionfa sulle tenebre. La figura di Babbo Natale, che porta regali e doni nella notte rappresenta una metafora della rivelazione spirituale che illumina l’animo umano. Le renne di Babbo Natale, con il loro potere di volare nella notte, simboleggiano la liberazione dalle limitazioni terrene e il trasporto verso un nuovo piano di consapevolezza.

2.B. Il satanismo

La connessione tra Babbo Natale e il satanismo è più complessa e meno diretta, ma non priva di interesse. In alcune correnti dell’occultismo e del satanismo, la figura di Babbo Natale viene interpretata in chiave negativa, come una maschera che nasconde il vero significato del Natale, legato alla morte e risurrezione.

La sua tipica giacca rossa bordata di pelliccia bianca, nel contesto esoterico richiama passione, energia e potere occulto, che, nel simbolismo satanico rappresentano la forza primordiale legata alla disobbedienza divina e all’istinto umano non purificato. L’interpretazione di Babbo Natale come una figura che porta “doni” viene intesa come un parallelismo con la figura del serpente antico (Lucifero) che offre agli esseri umani la conoscenza proibita, un dono che si traduce in corruzione e dannazione.

Babbo Natale che viaggia durante la notte portando i suoi doni attraverso il cielo su una slitta tirata da renne, evoca quella del cavaliere oscuro, una figura che percorre il mondo in segreto, portando misteri e potere nascosto.

Nel contesto del satanismo moderno e delle pratiche esoteriche, il “cavaliere” che viaggia nelle tenebre è un simbolo di potere occulto e conoscenza proibita. Esso rappresenta le tradizioni gnostiche che rifiutano Dio e promuovono la liberazione dell’individuo attraverso il “dono” di una verità nascosta. Il viaggio notturno di Babbo Natale rappresenta una riflessione della discesa nell’oscurità, simbolo di un cammino iniziatico che porta al potere esoterico.

Una delle figure parallele a Babbo Natale nelle tradizioni folkloristiche europee è il Krampus, una creatura oscura e minacciosa che, in molte culture alpine, accompagna Babbo Natale. Il Krampus, che incarna l’aspetto negativo della tradizione natalizia, rappresenta una manifestazione simbolica di forze oscure e demoniche. In alcuni rami del satanismo tradizionale o in pratiche di magia nera, l’idea di una figura che incarna il male e la punizione rappresenta l’archetipo di un potere che opera contro la giustizia divina, simile a come Lucifero punisce l’umanità nel contesto cristiano.

Una festa di Natale del 1820 raffigurata nel libro dei ricordi di una famiglia di mercanti viennesi.

2.C. La “strana” pubblicità del 2022

In prossimità delle festività del Natale 2022, la Disney – nota azienda legata a scandali esoterici e di pedofilia -, preparò la pubblicità della miniserie natalizia «Babbo Natale» in tutto il mondo e trasmessa in Italia su Disney+. Come detto, nei Paesi anglofoni Babbo Natale è chiamato «Santa Claus», da san Nicola, vescovo di Myra (oggi Demre, città situata nell’odierna Turchia) e considerato protettore dei bambini, come detto sopra, nel primo paragrafo.

Nella pubblicità in questione, i bambini sono guidati dal regista a confondere le lettere «Santa (Claus)» in «Satan» componendo la frase «Love you SATAN», ossia «Ti amiamo Satana» che poi correggono. Naturalmente non è stato un caso.

La cosa ancora più singolare è che il messaggio l’inno di amore verso «Satana» lanciato degli autori della pubblicità somiglia in maniera incredibile con quello che gli autori del Festival di Sanremo del 2019 fecero fare on mondovisione a Virginia Raffaele.

Se vuoi conoscere il significato della pratica satanica del gioco delle lettere, leggi l’articolo su Premio Oscar (o Socar?)

3. Krampus: Il guardiano oscuro

Oltre alla figura di Babbo Natale, è fondamentale considerare il personaggio di Krampus, che, pur essendo l’antagonista della tradizione natalizia, rappresenta una parte integrante del suo simbolismo. Krampus incarna le forze oscure che devono essere affrontate e superate nel cammino spirituale. In molte tradizioni esoteriche, l’incontro con l’oscurità è una parte necessaria del processo di illuminazione.

Krampus, che punisce i bambini cattivi, può essere visto come una figura infernale che, pur appartenendo al lato negativo della tradizione natalizia, porta con sé una lezione di purificazione e trasformazione. Come nelle pratiche esoteriche, l’incontro con l’oscurità è una fase fondamentale per il raggiungimento dell’equilibrio spirituale. E così il concetto di Krampus e Babbo Natale dal punto di vista esoterico riflettono un messaggio più complesso, a volte invertendo le loro connotazioni tradizionali, dove il male e il bene sono intesi come le due facce della stessa medaglia. Questo processo di “gioco a specchi” è un modo per sovvertire le aspettative tradizionali e manipolare le percezioni culturali. Vediamo come questo processo avvenga, e in che modo il satanismo può camuffare Krampus per farlo sembrare un aspetto di Babbo Natale e come questo rimandi a idee esoteriche più profonde.

3.A. Il gioco a specchi

Nel cristianesimo tradizionale e nel folklore europeo, Babbo Natale è generalmente associato alla generosità, all’amore e alla gratitudine, mentre Krampus  è il suo contraltare oscuro: una figura minacciosa che punisce i bambini cattivi, rappresentando la punizione divina o una sorta di giustizia morale. Tuttavia, il satanismo, soprattutto nelle sue correnti più moderne o esoteriche, gioca con l’idea che bene e male siano concetti relativi, non assoluti, e possono essere invertiti o manipolati per adattarsi a una visione del mondo che respinge l’autorità morale tradizionale.

In questo contesto, il satanismo cerca di camuffare Krampus come una versione distorta e ribaltata di Babbo Natale, utilizzando il simbolismo di giustizia e punizione per trasformarlo in una sorta di portatore di luce o salvatore oscuro. Si tratterebbe di un messaggio che sovverte la moralità tradizionale, facendo passare Krampus da un “demone” punito come un simbolo del male a un’entità che esercita il controllo e la disciplina in modo che il “bene” (Babbo Natale) possa esistere nel mondo. Questo gioco a specchi si basa sul principio che non esiste un “bene” assoluto, ma solo un gioco di forze contrapposte che creano equilibrio. Un principio che troviamo in tutte le società segrete, qualsiasi esse sono, e in tutti i movimenti esoterici, inclusi concetti new age.

3.B. La “giustizia” esoterica

Nel satanismo in generale, nelle sue forme di magia nera o bianca e nell’occultismo, la giustizia non è sempre rappresentata come una punizione morale o divina, ma come un’azione equilibrante, una forza che deve essere affrontata per raggiungere un nuovo stadio di consapevolezza o di potere. In questo senso, Krampus, tradizionalmente visto come l’incarnazione della punizione, viene trasformato in una figura che insegna la “verità” (intesa in senso esoterico e anti-biblico) attraverso il castigo, ma che in realtà sta preparando il terreno per una “rinascita” spirituale.

Krampus, con il suo aspetto di demone o spettro infernale, diventa quindi una figura che rompe il controllo dei valori tradizionali, come il vizio e la virtù nel contesto cristiano. Il suo compito, in questo scenario, non è solo quello di punire, ma di disintegrare le illusioni del “bene” convenzionale per rivelare una realtà più cruda e senza veli, dove i concetti morali di “buono” e “cattivo” non sono fissi, ma relativi e dinamici. È in questo spazio che il satanismo si inserisce, cercando di eliminare l’autorità morale che tradizionalmente vincola l’individuo.

3.C. Allegoria della ribellione

La trasformazione di Krampus in una versione “buona” o, meglio, di Babbo Natale in un simbolo di sottomissione e obbedienza religiosa, fa parte di un gioco esoterico che ribalta l’idea di autorevolezza. In questo contesto, Babbo Natale non è altro che l’incarnazione della tradizione, della religione e della morale istituzionale che il satanismo, come forma di ribellione, rifiuta. Krampus, invece, diventa un simbolo di ribellione, di “liberazione dal giogo” che le istituzioni religiose e morali impongono.

In alcune interpretazioni moderne del satanismo, i “satanisti” non adorano Satana come figura di male assoluto, ma come una figura liberatrice, che rifiuta il dogma, promuove l’autosufficienza e l’autodeterminazione. Krampus, quindi, è interpretato come una manifestazione di potere, una sorta di “messia oscuro”, che incarna l’idea di autoaffermazione attraverso la ribellione. Questo lo porta a essere visto come un anticristo o come un simbolo di liberazione da dogmi moralistici, costringendo le persone a riconsiderare ciò che è giusto o sbagliato.

Pertanto, le origini di Babbo Natale sono più complesse di quanto si crede e sono collegate a una festività che non solo non è biblica e i primi Cristiani mai festeggiarono, ma non è nemmeno semplicemente pagana perché dietro vi è molto di più come spero di scrivere in un prossimo articolo. Le origini di Babbo Natale affondano le radici in antiche tradizioni mitologiche ed esoteriche che si intrecciano con i riti iniziatici, la magia e la trasformazione spirituale. La figura di Babbo Natale, come “maestro saggio” che porta il dono della luce, rappresenta una metafora della lotta tra le forze della luce e le tenebre, un tema che è alla base delle società segrete e delle tradizioni occulte che si riallacciano, si badi bene, per quanto possa sembrare assurdo, persino alla magia ebraica.

 

4. La Kabbalah

Stiamo vedendo che la figura di Babbo Natale (Santa Claus) ha radici complesse e multiformi che si intrecciano con varie tradizioni culturali, religiose ed esoteriche che nulla hanno a che vedere con il messaggio predicato dal Messia, Gesù, e dai primi discepoli. La figura di un saggio che porta doni ai bambini, diversi elementi della sua iconografia e dei suoi rituali rimandano a concetti antichi e precedenti persino a Cristo. Concetti profondamente legati alla magia, al misticismo e persino alla Kabbalah ebraica. Ed è proprio questo l’aspetto meno noto. Il messaggio di Cristo subì quasi da subito l’infiltrazione dell’esoterismo e dello gnosticismo ebraici (Ga 2:4; Giuda 4; Ap 2:9; 3:9) che sono alle origini di quel tipo di Cristianesimo che poi assumerà il nome di “Chiesa Cattolica Romana”. Per evitare di allontanarmi troppo con voli pindarici e sforzandomi a rimanere sull’argomento, va specificato che molte delle pratiche legate al Natale sono state influenzate non solo da tradizioni esoteriche, ma anche, e soprattutto, dalla magia ebraica, la Kabbalah. La magia ebraica ha radici antiche nell’interpretazione esoterica del Tanakh (la Bibbia ebraica), ma è attraverso la Kabbalah (che si sviluppò nel Medioevo) che possiamo osservare una vera e propria influenza sulla formazione stessa del Natale come festa.

Non solo la figura di Babbo Natale, ma proproi la festività del Natale, lungi dall’essere una festività cristiana autentica, è un amalgama di tradizioni esoteriche, magie antiche e simbolismi provenienti da molteplici correnti religiose e misteriche. Sebbene sia stato “cristianizzato” nel IV secolo, il Natale si fonda su tradizioni molto più antiche, che vanno dalla magia ebraica e cabalistica ai rituali solari e gnostici. Le influenze della Kabbalah, della magia ebraica e delle tradizioni esoteriche occidentali sono evidenti nei simbolismi di luce, rivelazione e dono che caratterizzano la festività natalizia. Riconosco che questo collegamento non è immediatamente evidente (ci mancherebbe altro), ma vi si giunge esplorando le radici simboliche di Babbo Natale e i concetti esoterici legati alla Kabbalah.

4.La figura di Babbo Natale e il saggio della Kabbalah

La figura di Babbo Natale incarna alcuni aspetti archetipici del saggio che troviamo nella kabbalah. Nella Cabala, la saggezza è rappresentata dalla Sefirot Chochmah (Saggezza), che è una delle prime emanazioni della luce divina. Il saggio nella Kabbalah è una figura che, attraverso la conoscenza profonda e l’integrazione spirituale, è capace di condividere doni o benedizioni con gli altri. Babbo Natale, con la sua capacità di donare regali (che sono visti simbolicamente come atti di illuminazione o benedizione) è la rappresentazione simbolica di questa saggezza generosa. La figura del “dono” nella Cabala è spesso legata alla Chesed (Benevolenza), un’altra sefirot che implica l’atto di dare senza aspettarsi nulla in cambio. Inoltre, come nella Cabala, dove la luce è un simbolo del divino e della conoscenza, Babbo Natale è un simbolo di “luce” che irrompe nel buio dell’inverno e del solstizio. La sua slitta, che vola nel cielo notturno rappresenta una figura di luce che viaggia nel buio, riflettendo la visione cabalistica della luce divina che penetra nel mondo materiale e porta illuminazione e rivelazione.

4.B. La festività del Natale e la magia ebraica

La festività del Natale porta con sé una serie di simbolismi che si ricollegano a tradizioni esoteriche  influenze della magia ebraica. Il solstizio d’inverno segna il momento in cui la luce inizia a prevalere sul buio. In molte tradizioni esoteriche, inclusa la Cabala, la luce è un simbolo centrale di rivelazione spirituale. Il Natale, che si celebra vicino al solstizio, evoca simbolicamente come il “ritorno della luce” con la nascita del bambino illuminato (Gesù) rappresenta l’arrivo della luce divina nel mondo. Questo è in parallelo con il concetto cabalistico della luce che emerge dal buio. La magia nella tradizione ebraica (specialmente nell’ermetismo ebraico e nella Cabala) è vista come un processo di trasformazione spirituale. Durante il periodo natalizio, c’è una sensazione collettiva di cambiamento e di rinascita che evoca un “rituale collettivo” di trasformazione in cui l’umanità riceve “doni di illuminazione” per accogliere l’anti-messia che deve venire. Questo si riflette anche nei doni portati da Babbo Natale, il saggio della cabala esoterica.

4.C. I doni come strumenti di iniziazione e illuminazione

In molte tradizioni esoteriche, i doni simbolici sono visti come strumenti di iniziazione e illuminazione. Similmente, Babbo Natale è portatore di doni che simboleggiano l’illuminazione e la saggezza esoterica. Nella Kabbalah, ogni dono che riceviamo è associato a un insegnamento che ci porta più vicino alla comprensione divina. Così, anche i regali di Babbo Natale simboleggiano un processo iniziatico che ci permette di progredire spiritualmente.

Il concetto di Chesed (Benevolenza) è fondamentale nella Kabbalah, e il dare senza chiedere nulla in cambio è una forma di purificazione e illuminazione. Babbo Natale incarna questa qualità, agendo come una manifestazione della benevolenza divina che agisce attraverso il dono.

4.D. Il viaggio astrale e cosmico

Babbo Natale con la sua slitta volante che viaggia nel cielo notturno per portare i regali, rappresenta il viaggio astrale e cosmico.

Nella magia della Kabbalah, il viaggio attraverso le sefirot rappresenta un percorso di elevazione spirituale, simile a un “viaggio” verso l’illuminazione finale. Babbo Natale, che percorre l’universo in una sola notte, rappresenta un archetipo di questa ascesa cosmica, simbolizzando il viaggio dell’anima che ascende attraverso i mondi spirituali. La sua slitta può essere vista come un mezzo di trasporto verso l’illuminazione, simile a come il viaggio astrale rappresenta un cammino attraverso i piani spirituali.

4.E. Le anime di fuoco e il solstizio

Il solstizio d’inverno è simbolicamente il momento in cui la luce inizia a crescere nuovamente, rappresentando una “rinascita” del calore e della vitalità. Questo momento è spesso associato al fuoco come simbolo di trasformazione e rinascita. Nella magia ebraica, l’elemento del fuoco è collegato alla sefirah di Netzach (Vittoria), che rappresenta la forza vitale e l’energia di trasformazione. Il fuoco è anche un simbolo dell’anima che brucia e si purifica. Le anime di fuoco possono rappresentare anime che si stanno purificando e che, attraverso la forza del fuoco, si avvicinano alla comprensione divina. In questo senso, Babbo Natale, che appare nella notte più buia dell’anno e porta la luce (come una fiamma) evoca proprio questa purificazione e rivelazione.

4.F. L’archetipo della saggezza e l’albero di Natale

L’albero di Natale è un altro simbolo che ha radici nell’antica simbologia esoterica, che ha legami con la Sefirot della Kabbalah. La Sefirot, le dieci emanazioni attraverso cui si manifesta la Divinità, formano un albero simbolico (l’Albero della Vita). Ogni sfera rappresenta una qualità divina che si riflette nell’universo e nell’anima dell’individuo. Quindi, l’albero di Natale evoca l’Albero della Vita della kabbalah, ed è adornato con luci e decorazioni proprio come rappresentazione simbolica di questo albero mistico che collega il cielo e la terra. Così, l’albero è una rappresentazione simbolica dell’Albero della Vita, e la sua bellezza e la luce sono un richiamo alla saggezza che si manifesta nell’universo.

Insomma, la figura di Babbo Natale, in quanto simbolo di saggezza e di generosità (dice nulla la definizione di “protocolli dei savi di Sion”?) si inserisce in un modello archetipico che rimanda alla figura di Tiferet, la bellezza divina, che è legata al cuore e alla giustizia. Tiferet è il punto di incontro tra le sfere più alte e quelle più basse nella Kabbalah. E proprio come Babbo Natale distribuisce i doni (simboli di saggezza) e porta la “luce” nelle case, così Tiferet è associato alla verità e alla comprensione universale.

5. L’origine kabbalistico del Natale

Dietro la festività del Natale si nasconde la Magia ebraica

Poiché, non so se avrò il tempo per dedicarvi un articolo com’è nelle mie intenzioni e come ho scritto prima, ritengo opportuno scrivere almeno un cenno qui. L’idea che il Natale sia una festività cristiana che celebra la nascita di Gesù Cristo è una costruzione storica che non trova supporto nelle origini bibliche e che non ha alcun legame diretto con il cristianesimo primitivo. E questo, credo che sia lapalissiano. La nascita di Gesù Cristo è, infatti, un evento che non è mai stato celebrato nei primi secoli del cristianesimo. Non esistono, infatti, riferimenti biblici chiari alla data della nascita di Gesù, né un’indicazione che i primi cristiani avessero una festività dedicata a tale evento. La decisione di celebrare la nascita di Cristo il 25 dicembre fu presa nel IV secolo dalla Chiesa protocattolica, che scelse questa data per sovrapporsi alla festa romana del Sol Invictus (Il Sole Invitto), che celebrava il ritorno del Sole dopo il solstizio d’inverno come riconoscono alcune autorevoli enciclopedie

«Si riconosce ormai universalmente che una festa della natività di Gesù Cristo è ignota ai Padri dei primi tre secoli e che manca una tradizione autorevole circa la data della sua nascita . . . Nella scelta del 25 dic. come giorno del Natale del Salvatore ebbe certo molta influenza il calendario civile romano che dalla fine del sec. 3º celebrava in quel giorno il solstizio invernale e il natale del ‘sole invitto’ (Dies natalis invicti solis) . . . Tra le celebrazioni domestiche e popolari vanno ricordati il ceppo, i fuochi e i falò (sopravvivenze di quelli accesi in antico per il solstizio) . . . l’albero di N. (anch’esso sopravvivenza di riti agrarî)». — Dizionario Enciclopedico Italiano di G. Treccani (1955-1961), vol. VIII, p. 242.

Questa scelta, tuttavia, non è una mera coincidenza. Il 25 dicembre era già un giorno di festa in numerosi culti solari pre-cristiani, tra cui quelli legati al dio Mitra, al dio solare egizio Ra, e alle festività di Saturnalia. La connessione tra il Natale e il ritorno della luce (simbolizzato dal Sole) è evidente. Tuttavia, il cristianesimo, non avendo una tradizione solida sulla data della nascita di Cristo, si adattò e utilizzò questi simboli pagani per cristianizzarli. Questo processo di appropriazione culturale fa sì che il Natale sia, essenzialmente, una festività che mescola elementi cristiani con rituali pre-cristiani.

5.A. Le radici

Quello che è meno noto, è che le radici di questa festività affondano in pratiche antiche legate alla magia ebraica, ai rituali esoterici e a culti misterici che preesistevano al cristianesimo stesso. La festa del Natale, infatti, appare più come un’appropriazione di antiche tradizioni mistiche e simboliche che nulla hanno a che fare con la celebrazione della nascita storica di Gesù.

L’analisi delle origini di questa festività ci porta a riscoprire l’influenza di pratiche esoteriche, tra cui la magia ebraica (soprattutto la Kabbalah) e tradizioni di tipo gnostico e cabalistico, che hanno plasmato il Natale come lo conosciamo oggi. Il Natale non solo non ha alcun supporto biblico, ma che le sue pratiche sono strettamente legate a rituali esoterici che travalicano il cristianesimo tradizionale.

L’influenza della Kabbalah si trova nelle strutture simboliche legate alla luce, al dono e alla protezione divina, che sono temi centrali nel Natale. La luminanza (da non confondere con l’illuminamento) è un concetto fondamentale nella Kabbalah, dove la luce rappresenta la presenza di Dio nel mondo. Nel Zohar, testo fondamentale della Kabbalah, si esplora come la luce divina penetri il mondo attraverso simboli e rituali, un concetto che si riflette chiaramente nel simbolismo del Natale, in cui la nascita di Gesù è descritta come l’arrivo della “luce nel mondo” (Giovanni 8:12).

La menorah (il candelabro a sette bracci) è un altro simbolo che si riflette nel Natale. Sebbene la menorah sia specifica per la celebrazione di Hanukkah, il tema della luce che sconfigge le tenebre, simile alla rivelazione cristiana della luce di Cristo, è ricorrente anche nelle tradizioni natalizie. L’uso di luci in tutte le decorazioni natalizie, la tradizione dell’albero di Natale con le sue luci brillanti, e la centralità della candelora (la luce come simbolo della manifestazione di Dio) si riallacciano a concetti puramente cabalistici.

Inoltre, la magia ebraica non si limita alla Kabbalah, ma include pratiche legate agli incantesimi e rituali di protezione, che affondano le radici nell’antica religione ebraica e nelle sue interpretazioni talmudiche. Questi concetti di protezione e benedizione pare abbiano avuto un’influenza sulle tradizioni natalizie che parlano di “pace” e “benevolenza” universale durante il periodo natalizio.

5.B. La Magia e il simbolismo del Natale

Oltre alla Kabbalah, la magia ebraica ha avuto una forte influenza sulle tradizioni esoteriche occidentali, comprese quelle che si sono sviluppate nel Rinascimento e nei secoli successivi. Le società segrete come le Massonerie, i Rosacroce e il Cabalismo cristiano hanno dietro tutte la magia e le tradizioni ebraiche che si nascondono nei loro rituali e simbolismi.

Molti degli aspetti del Natale, come lo scambio di doni, le luci natalizie e la centralità di una figura salvifica che porta il “bene” (Babbo Natale) sono elementi derivanti da tradizioni esoteriche. In queste tradizioni, l’atto di dare doni è simbolico di un passaggio di potere o conoscenza, un’illuminazione che si compie solo durante un determinato periodo dell’anno, come nel caso del Natale.

Il tema della “luce che viene nel mondo” ha una forte attinenza con lo gnosticismo e con il concetto di rivelazione segreta, che sono strettamente legati a molte delle pratiche cabalistiche ed esoteriche. Il Natale, quindi, va visto come un’appropriazione di questi rituali di illuminazione e trasformazione spirituale.

5.C. La trasformazione

La vera rivelazione del Natale, come indicato in molte tradizioni esoteriche, non è tanto la nascita di Gesù come “salvatore”, ma il simbolismo della luce che penetra nelle tenebre. La figura di Gesù Cristo stesso è stata re-interpretata, specialmente in queste correnti esoteriche e gnostiche, come un “portatore di luce” e un “iniziato” che trasmette conoscenze occulte nascoste sotto l’albero, ossia le radici dell’albero che non si vedono. La tradizione dell’albero di Natale e delle luci natalizie va inteso come un simbolo di illuminazione spirituale e conoscenza superiore, che si collega con le dottrine gnostiche e cabalistiche.

L’influenza delle società segrete, come la Massoneria, sui simboli natalizi è anche rilevante. Le massonerie, infatti, celebrano la luce come simbolo di conoscenza e salvezza. Nel rito massonico, la luce è associata al processo di illuminazione interiore, ed è interessante notare come i rituali massonici, che risalgono alle tradizioni esoteriche medievali, siano spesso incentrati su concetti che si sovrappongono a quelli cristiani del Natale: il dono della luce, la nascita del Salvatore, e la simbolica trasformazione dell’oscurità in luce. E le massonerie hanno preso questo dall’antica magia ebraica.

Conclusione

Prima di concludere, mi sembra doveroso ricordare un fatto assai singolare. Ho notato che molto spesso durante le festività natalizie accade qualche fatto di cronaca importante. Probabilmente sarà solo una coincidenza ma mi chiedo come mai alcuni degli eventi tragici legati al terrorismo e omicidi di Mafia si siano verificati proprio durante le festività natalizie. Gli esempi che potrei citare sono innumerevoli, ma elenco quelli che più ricordo:

  1. Dirottamento di un aereo Air France da parte di militanti del gruppo islamico armato (GIA) ha avuto luogo il 24 dicembre 1994;
  2. Attentato terroristico rivendicato dall’ISIS al mercatino di Natale di Berlino il 19 dicembre 2016 (13 morti + 56 feriti);
  3. Attentato suicida al nightclub Reina, a Istanbul il  31 dicembre 2017  (39 morti + 71 feriti),
  4. Attentato al mercatino di Natale di Strasburgo, l’11 dicembre 2018, rivendicato dall’ISIS (5 morti + 11feriti);
  5. Attentato alla metropolitana di San Pietroburgo il 27 dicembre 2017 (15 morti e decine di feriti).
  6. Attentato al mercatino di Natale di Magdeburgo, Germania, del 20 dicembre 2024 quando un’auto a tutta velocità si è abbattuta sulla folla provocando 12 morti e oltre 60 feriti.
  7. Si potrebbe continuare a lungo, per non parlare degli innumerevoli omicidi di mafia, camorra e ndrangheta accaduti sia in Italia che all’estero (Stati Uniti, Canada, Germania, Australia, ecc.) sempre nel periodo natalizio.

Saranno solo coincidenze, ma bisogna convenire che sono solo strane macabre coincidenze.

In definitiva, il Natale non ha nulla a che fare con il cristianesimo biblico, ma è un intreccio di tradizioni magiche e rituali esoterici, che vanno ben oltre la nascita di Gesù come descritto nei Vangeli. Le sue radici affondano nelle pratiche mistico-religiose di antiche civiltà, in particolare la magia ebraica e la Kabbalah, che hanno modellato le tradizioni natalizie come una celebrazione di luce, conoscenza e trasformazione spirituale, piuttosto che una commemorazione storica della nascita di un salvatore biblico.

Anche le origini di Babbo Natale, lette con opportune lenti cabalistiche, rivelano che molte delle sue caratteristiche simboliche — dalla luce, al dono, al viaggio cosmico — sono elementi centrali nelle pratiche esoteriche e cabalistiche. Sebbene la figura di Babbo Natale non sia direttamente un archetipo kabbalistico, molti degli aspetti legati alla sua iconografia e ai rituali natalizi rispecchiano principi cabalistici e di magia ebraica.

L’immagine di Babbo Natale, come del “saggio” che porta “luce” e conoscenza al mondo, il suo viaggio astrale, la sua associazione con il fuoco e l’illuminazione, si intreccia con le tradizioni mistiche e religiose che attraversano la Kabbalah e le tradizioni esoteriche. In questo senso, Babbo Natale può essere visto non solo come una figura di folklore popolare, ma anche come una rappresentazione simbolica di principi spirituali più profondi legati a magia e pratiche esoteriche.

L’influenza della Kabbalah, quindi, non solo arricchisce la comprensione della figura di Babbo Natale, ma suggerisce anche come la festività del Natale sia un incontro di tradizioni antiche e simbolismi universali, che non ha assolutamente nulla a che vedere con la celebrazione della nascita di Gesù Cristo (già di per sé pagana), né con il cristianesimo delle origini.

Bibliografia

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