© Filippo Chinnici
Il concetto di “Stato profondo” (o “Deep State”) è frequentemente utilizzato per descrivere un apparato governativo e burocratico, radicato e resistente al cambiamento, che opera al di fuori del controllo diretto e visibile delle istituzioni politiche ufficiali. Sebbene il termine sia emerso principalmente nel contesto politico del XX secolo, l’idea di un potere invisibile o occulto che esercita influenza sugli affari statali ha radici molto più profonde. La sua genesi affonda le radici in dinamiche politiche e sociali che si sono sviluppate nel corso dei millenni. Chi oggi ne parla con arrogante sufficienza come un qualcosa di nuovo o non conosce la storia oppure sta semplicemente provando a manipolare. La storia stessa c’insegna che il concetto di “Stato profondo” (lo preferisco alla definizione inglese scritta nel titolo) non è un fenomeno nuovo e c’è sempre stato. Sempre la storia c’insegna che ciclicamente vi sono state delle alternanze in cui un determinato “Stato Profondo” ad un certo punto è stato sostituito da un altro “Stato profondo”. Certamente si potrebbe congetturare che al di sopra di tutti questi “Stati profondi” vi siano altre élite che da sempre governano l’umanità, ma a quel punto si esce fuori dall’ambito storico ed empirico per entrare in quello teorico ed esoterico che esula da questo articolo.
Il passato, il presente e il futuro non sono entità separate, ma continui flussi temporali che si influenzano reciprocamente. Senza una comprensione storica, ogni tentativo di interpretare l’attualità e di prevedere il futuro rischia di restare incompleto e privo di fondamenta. Pertanto, ecco in estrema sintesi un excursus storico succinto ed elementare in modo da consentire al lettore medio di avere subito un quadro chiaro. Naturalmente per ognuno di questi paragrafi vi si potrebbero scrivere degli interi volumi di approfondimento.
Contenuti
- 1. Lo “Stato profondo” nell’antichità
- 2. Lo “Stato profondo” nel medioevo e nella modernità pre-industriale
- 3. Lo “Stato profondo” e le trasformazioni dal XVIII al XX Secolo
- 4. L’evoluzione dello “Stato profondo”
- 5. Il XXI secolo: Le nuove tecnologie, il transumanesimo e il consolidamento dello “Stato profondo”
1. Lo “Stato profondo” nell’antichità
Sebbene la definizione di “Stato profondo” sia relativamente recente, le dinamiche di concentrazione del potere da parte di élite economiche, religiose e politiche che operano al di fuori delle istituzioni formali sono rintracciabili in molte civiltà antiche. Già nell’Antico Egitto e a Roma e nel Medioevo, possiamo identificare strutture che esercitano un’influenza ben oltre la figura visibile del sovrano che spesso sfruttano conoscenze esoteriche e magia per consolidare la propria posizione.
1.A. Egitto
Nel contesto dell’Antico Egitto, il potere politico ed economico era formalmente concentrato nelle mani del faraone, il quale, come divinità vivente, incarnava il potere assoluto sulla Terra. Tuttavia, il faraone non governava da solo. Il suo potere era supportato e, in molti casi, ostacolato da una complessa burocrazia, composta da funzionari, sacerdoti e famiglie nobiliari che gestivano risorse economiche vitali per lo stato. Sebbene il faraone fosse l’autorità visibile, la gestione effettiva del potere politico, economico e religioso veniva esercitata da queste strutture nascoste, che formavano una sorta di “Stato profondo” che operava dietro le quinte.
I sacerdoti di Amon, con sede nel grande Tempio di Amon a Tebe, erano tra i più potenti gruppi della società egizia. Durante la XVIII dinastia, i sacerdoti di Amon acquisirono una quantità straordinaria di terre, ricchezze e risorse economiche, tanto che la loro influenza superava quella del faraone stesso, specialmente durante i periodi di debolezza della monarchia. La loro influenza raggiunse il culmine sotto il regno di Ramses III, quando i sacerdoti di Amon sfidarono apertamente l’autorità del faraone, creando una “oligarchia sacerdotale” che aveva un controllo de facto sul paese.
Le dinastie ramesside e thutmoside erano al vertice della struttura di potere, esercitando un controllo diretto sull’intero stato. Tuttavia, accanto a loro, i funzionari di alto rango, tra cui i visir (responsabili della gestione della burocrazia e dei dipartimenti governativi) e i generali (che controllavano l’esercito e la difesa), avevano un’importante influenza nelle operazioni quotidiane dello stato. Sebbene questi funzionari non possedessero il potere sovrano, il loro ruolo nel mantenere l’ordine amministrativo, nell’assicurare la sicurezza del regno e nel gestire le risorse economiche dava loro una grande influenza politica e il controllo su vasti segmenti della vita egiziana, particolarmente nei periodi di instabilità o di debolezza regale.
Un altro aspetto cruciale dell’Egitto antico è l’intreccio tra politica ed esoterismo. La religione egizia non era solo una questione di spiritualità, ma una potente forza sociale e politica. I templi egizi, in particolare quelli dedicati a Ra, Amon e altre divinità, fungevano anche da centri di potere economico e politico. I sacerdoti, che possedevano enormi risorse, avevano una capacità di influenzare le politiche del paese, tramite rituali, sacrifici e pratiche esoteriche, che si riteneva potessero determinare il destino della nazione.
La magia sacerdotale era una componente essenziale del potere. La divinazione e gli incantesimi non solo servivano alla cura spirituale, ma anche come strumenti per stabilire alleanze politiche, definire la legittimità del potere e influenzare le decisioni diplomatiche. Le pratiche magiche legate ai culti sacerdotali erano quindi utilizzate anche come parte integrante del potere temporale. Alcuni storici, tra cui Tyldesley (1996), suggeriscono che la centralità della magia nella vita egizia abbia contribuito a formare una teocrazia amministrativa in cui i sacerdoti erano veri e propri consiglieri politici, piuttosto che semplici religiosi.
Nel contesto delle tradizioni esoteriche e della figura di Mosè, ci sono numerose teorie che suggeriscono come egli fosse un iniziato alle scuole sacerdotali egizie. Mentre la Bibbia presenta Mosè come il liberatore degli Ebrei, alcune scuole di pensiero esoteriche sostengono che Mosè fosse in realtà una figura che ha tratto grande influenza dalle pratiche religiose egizie e da rituali magici che erano insegnati nei templi egizi. Le teorie esoteriche legano spesso la religione ebraica al monoteismo egizio, suggerendo che Mosè, in quanto parte della corte del faraone, fosse a conoscenza di pratiche esoteriche che poi trasmise agli ebrei. Sebbene queste idee siano marginali nella tradizione storica ufficiale, esse sono comunque rilevanti nel contesto della comprensione dei legami tra religione e potere nell’Antico Egitto e trovano allusione persino in un versetto del Nuovo Testamento se letto con opportune lenti iniziatiche:
Mosè fu istruito in tutta la sapienza degli Egiziani, ed era potente in parole ed opere (Atti 7:22)
1.B. Roma
Nell’antica Roma, il potere politico non risiedeva esclusivamente nelle mani dei sovrani o dei magistrati pubblici, ma anche in un sistema di famiglie patrizie che esercitavano un’influenza significativa dietro le quinte. Queste famiglie, che includevano i Giulii, i Cornelii, i Fabii, i Claudia, e gli Aemilii, non solo ricoprivano cariche pubbliche e militari, ma erano anche le vere forze motrici dietro molte delle decisioni politiche ed economiche cruciali. Pur non governando direttamente attraverso il potere assoluto di un monarca, queste dinastie patrizie avevano il controllo su una parte sostanziale della burocrazia statale e delle istituzioni finanziarie, che permetteva loro di gestire, influenzare e, in molti casi, manipolare la politica romana.
Queste famiglie erano in grado di manovrare attraverso matrimoni strategici e alleanze politiche, creando legami tra i diversi settori del potere: militare, economico e religioso. Il famoso esempio di Pompeo, Cesare e Crasso nella prima guerra civile (49 a.C.) rappresenta un caso paradigmatico di come le famiglie aristocratiche potessero allearsi per garantire l’influenza politica, mettendo in atto strategie che travalicavano le forme ufficiali di governo. Questi uomini, pur ricoprendo cariche visibili come consoli o generali, operavano dietro le quinte attraverso una rete di interessi economici, militari e politici, stabilendo accordi segreti per il controllo del potere.
Un altro esempio di come queste famiglie esercitassero potere dietro il trono è rappresentato dalle famiglie equestri e banchieri romani, che avevano stretti legami con le dinastie patrizie. Le famiglie dei banchieri, come i Quintii o i Sulpicii, gestivano le risorse finanziarie e i prestiti alle alte cariche statali e alle campagne militari, fungendo da intermediari tra il governo romano e le risorse internazionali.
Nel contesto di un potere che si intrecciava con il sacro, le pratiche religiose svolgevano un ruolo cruciale nel rafforzare la legittimità di queste famiglie e del loro dominio. La religione romana, infatti, non era solo un sistema di credenze, ma un vero e proprio strumento politico. Le augurazioni, i rituali divinatori e i sacrifici praticati dai sacerdoti di Giove e da altre autorità religiose, come i pontifici, servivano non solo a cercare il favore divino, ma anche a sancire la legittimità del potere politico e a influenzare le decisioni cruciali. In questo contesto, la religione non solo sosteneva la monarchia, ma diventava un fattore decisivo nel consolidamento del potere, agendo come un elemento che misteriosamente giustificava l’autorità delle famiglie aristocratiche.
Le società religiose come gli Arvales (i fratelli di Giove) o le Virgines Vestales svolgevano funzioni di controllo sulle decisioni politiche, in quanto le pratiche sacrali di purificazione e sacrificio erano considerate essenziali per il benessere del popolo romano. Dietro queste istituzioni religiose, c’erano élite patrizie che ne esercitavano il controllo e che ne utilizzavano la simbologia e le pratiche per consolidare il loro potere politico.
L’ascesa dell’imperatore Augusto segna un punto di svolta in questa dinamica di potere. La trasformazione del potere politico in potere sacrale, con la creazione del culto imperiale, rese l’imperatore non solo il capo militare e politico, ma anche una figura divina, destinata a rappresentare l’ordine cosmico sulla Terra. Questo fenomeno segnò l’inizio di una serie di trasformazioni politiche e sociali in cui il potere imperiale divenne indissolubilmente legato a un sistema di legittimazione religiosa, che spesso veniva gestito da una rete di sacerdoti e funzionari legati alle famiglie aristocratiche.
Inoltre, in questi contesti, possiamo intravedere una connessione tra pratiche esoteriche e magia politica. Le pratiche religiose legate alla magia e agli incantesimi, sebbene non fossero ufficialmente riconosciute come parte del rito statale, venivano comunque utilizzate da élite patrizie per rafforzare la loro influenza e il loro potere. L’uso di simbolismi, di rituali iniziatici e l’appartenenza a società segrete (spesso esoteriche) costituivano un elemento nascosto nelle strategie di potere romano. Sebbene queste pratiche non fossero apertamente legittimate, la loro esistenza all’interno delle élite aristocratiche non può essere ignorata.
2. Lo “Stato profondo” nel medioevo e nella modernità pre-industriale
Nel Medioevo, le monarchie assolutistiche e la Chiesa cattolica giocarono un ruolo cruciale nel consolidamento del potere nascosto, sia a livello territoriale che geopolitico.
2.A. La Chiesa Cattolica
Nel periodo medievale, la Chiesa cattolica non si limitava a esercitare il suo potere spirituale, ma si configurava come un vero e proprio “Stato profondo”, capace di esercitare un’influenza che travalicava il dominio religioso, espandendosi a livello temporale, politico, economico e sociale. Tale autorità le consentiva di avere un impatto determinante sulle monarchie europee e sugli equilibri geopolitici, con il papato che assunse un ruolo preminente nel contesto delle corti europee, diventando una delle principali forze politiche del Medioevo.
Il potere temporale della Chiesa era fortemente legato alla gestione delle sue enormi ricchezze, accumulate tramite vasti terreni, donazioni, tributi e benefici derivanti dai sovrani e dalle famiglie aristocratiche che riconoscevano nell’autorità papale un interlocutore per consolidare la propria posizione. Tra le dinastie che esercitavano un’influenza considerevole sul papato, si annoverano le famiglie italiane come i Medici, i Borgia, i Farnese e gli Orsini, tutte coinvolte in strette alleanze religiose e politiche con la Santa Sede.
Le famiglie Orsini, in particolare, rappresentarono un elemento centrale nell’arena politica romana e papale. Papa Niccolò III, che divenne papa nel 1277, al secolo faceva proprio Giovanni Gaetani Orsini. Alleate con i Borgia e con altre famiglie influenti, gli Orsini ebbero un ruolo preminente nella politica del Vaticano, essendo stati coinvolti nelle guerre dinastiche che segnarono la storia di Roma e nelle dispute interne tra le fazioni nobiliari romane. L’influenza della famiglia Orsini è testimoniata dalla loro capacità di accedere ai più alti livelli ecclesiastici, nonché dal loro impegno in varie attività politiche, che spaziavano dal controllo territoriale di Roma alla protezione degli interessi papali in diverse regioni italiane.
Un caso emblematico del potere del papato nell’influenzare la politica europea è rappresentato dal pontificato di Papa Alessandro VI (Rodrigo Borgia), il quale, tramite alleanze strategiche con famiglie come i Borgia, gli Orsini e i Colonna, consolidò la sua autorità sia a Roma che all’interno dell’Europa. Le dinastie Borgia, in particolare, manipolarono le alleanze con i vari stati europei e usarono il controllo su Roma per condizionare gli sviluppi politici e militari, rafforzando la posizione papale nel contesto delle guerre dinastiche e degli scontri territoriali.
Inoltre, il papato non si limitò a svolgere una funzione di mediatore religioso, ma esercitò un’influenza diretta nelle guerre dinastiche e nelle Crociate. Durante queste campagne, la Santa Sede si fece promotrice di azioni militari che, ufficialmente mirate alla riconquista dei luoghi santi, nascondevano anche intenti di consolidamento del potere papale e di allargamento della propria influenza in Europa e in Terra Santa. Le Crociate, dunque, divennero un importante strumento politico per la Chiesa, che utilizzò la sua autorità per rafforzare alleanze strategiche con dinastie e famiglie nobili, in particolare quelle italiane come i Medici, i Colonna e gli Orsini, che in diversi periodi si schierarono con la Santa Sede per ottenere vantaggi territoriali e politici.
Inoltre, l’utilizzo della scomunica divenne uno degli strumenti chiave per esercitare il controllo sulla politica europea, sia determinando la legittimità dei sovrani che influenzando la gestione delle risorse economiche e dei territori. Il potere papale in tal senso si manifestava anche nella capacità di deporre sovrani o di designare nuovi monarchi, come avvenne nella lotta per le investiture tra Papa Gregorio VII e l’imperatore Enrico IV, che vide il papato affermarsi come forza dominante anche nel determinare chi avrebbe governato gli stati europei.
In aggiunta al suo potere temporale e politico, la Chiesa medievale fu anche coinvolta in pratiche esoteriche e misteriche che consolidarono ulteriormente il suo potere occulto. Al suo interno, pur mantenendo il controllo sulla spiritualità essoterica (con due “s”) e l’ordine morale, si svilupparono pratiche esoteriche che diventarono parte integrante delle alleanze politiche ed economiche della Chiesa. Tra queste, un ruolo preminente fu giocato dalle società segrete, come i Templari, che crearono vere e proprie reti di potere occulto, influenzando profondamente la politica e l’economia europea.
L’Ordine dei Templari, pur essendo un ordine monastico, si distinse per la sua influenza politica e il coinvolgimento nel sistema bancario internazionale. I Templari non solo difendevano i pellegrini in Terra Santa, ma gestivano anche vasti patrimoni finanziari e operavano come prestatori di denaro e facilitatori nelle transazioni commerciali tra le corti europee. Le dinastie nobiliari, tra cui i Medici, i Colonna, gli Orsini e le potenti famiglie francesi e spagnole, si allearono con i Templari, dando vita a una rete di potere che andava ben oltre il semplice campo religioso.
Infine, anche il papato stesso si trovò coinvolto in pratiche alchemiche e riti esoterici, spesso promossi dalle famiglie più potenti del clero. Le famiglie come i Farnese, i Colonna, i Medici e gli Orsini, che esercitavano un’influenza diretta sul potere politico e religioso, alimentarono una tradizione esoterica che legava l’autorità papale alla magia e alla conoscenza occulta, contribuendo a un sistema di potere occulto che operava attraverso alleanze, cerimonie esoteriche e pratiche misteriche.
Alcuni storici e ricercatori hanno suggerito che, in particolare durante il periodo medievale e il Rinascimento, alcune famiglie nobiliari italiane e spagnole, come i Borgia, i Medici e i Farnese, potrebbero aver avuto radici ebraiche. Ad esempio, pare che Rodrigo Borgia (Papa Alessandro VI) e la sua famiglia possedessero origini ebraiche, in particolare attraverso la figura di Giovanni Borgia (chiamato anche Joan Borgia o Giovanni de Borja). Alcuni storici sostengono che la famiglia Borgia, originaria di Xàtiva in Spagna, fosse di origine marrana (ebrei convertiti al cristianesimo durante la dominazione musulmana in Spagna e durante l’Inquisizione spagnola). Lorenzo il Magnifico (Medici) ebbe invece stretti legami con la banca dei Bardi e altre entità finanziarie collegate a famiglie ebraiche e da cui sarebbero nati dei figli. Questa piccola nota per dire che, durante l’Inquisizione spagnola e in altri periodi di persecuzione religiosa, era facile che questo accadesse perché gli ebrei erano obbligati a convertirsi al cristianesimo ma in realtà continuarono a praticare in segreto le tradizioni ebraiche venendo chiamati marrani (in Spagna e Portogallo) o neofiti (in Italia). Alcuni membri di queste famiglie di conversos sono riusciti a mantenere posizioni di potere nella società cristiana, a volte cambiando cognome per sfuggire alle persecuzioni. Si tratta di una pratica regolarmente accettata all’interno dell’ebraismo. Coloro che la praticano sono definiti dall’Enciclopedia Giudaica “Cripto Giudei”.
2.B. Le Società segrete e le reti di potere occulto
Nel corso della storia europea, le società segrete hanno svolto un ruolo determinante non solo nella diffusione di dottrine esoteriche e filosofiche, ma anche nel consolidamento e nella perpetuazione di una rete di potere occulto che ha avuto ripercussioni significative sulle dinamiche politiche ed economiche, ben oltre il Medioevo. Movimenti come i Rosacroce, i Templari e gli Illuminati sono stati protagonisti di una connessione transnazionale che ha intrecciato la sfera spirituale con quella politica, economica e sociale, diventando veri e propri agenti di influenza geopolitica.
L’Ordine dei Templari, fondato nel 1118 come milizia monastica a protezione dei pellegrini durante le Crociate, si trasformò rapidamente in una delle organizzazioni transnazionali più potenti e influenti del Medioevo. Sebbene ufficialmente un ordine religioso dedito alla difesa dei luoghi santi, i Templari acquisirono un potere crescente grazie alla gestione di vasti patrimoni terrieri, alla creazione di un sistema bancario avanzato e al controllo delle rotte commerciali in tutta Europa e nel Mediterraneo. La loro rete economica li posizionò come intermediari finanziari tra le corti nobiliari, i monarchi e la Chiesa, e diede loro un ruolo di primo piano nelle politiche internazionali. Questo potere economico e politico contribuì a consolidare la loro influenza non solo nella società medievale ma anche nel corso dei secoli successivi. Le teorie proposte da Baigent e Leigh nel loro lavoro The Temple and the Lodge (1982) suggeriscono che l’influenza dei Templari non si limitasse a una mera funzione religiosa o economica, ma che l’ordine avesse svolto un ruolo attivo nelle dinamiche politiche dell’epoca. Secondo tali teorie, l’Ordine avrebbe utilizzato pratiche esoteriche e alchemiche per consolidare il proprio potere, alimentando un’interconnessione tra le alleanze strategiche con dinastie nobiliari e i riti misterici che caratterizzavano la loro struttura. Le implicazioni politiche di tale influenza si estendevano anche alla Rivoluzione Francese, con numerosi protagonisti di quel periodo che avevano affiliazioni a società segrete di ispirazione templare, sebbene le prove documentarie dirette di un coinvolgimento Templare nella rivoluzione siano spesso oggetto di dibattito storiografico.
Nel contesto del Rinascimento e dei secoli successivi, i Rosacroce emersero come uno dei movimenti esoterici più influenti. Sebbene il loro insegnamento si focalizzasse su principi di rinnovamento “spirituale”, mistico e alchemico, la loro influenza si estese ben oltre la dimensione puramente filosofica. I Rosacroce erano strettamente legati a élite intellettuali e nobiliari, con membri che includevano filosofi, scienziati, politici e banchieri, i quali spesso vedevano nelle dottrine rosacrociane un veicolo di riforma e di trasmutazione sociale. Nonostante la loro ideologia fosse incentrata su ideali spirituali e di autoliberazione, i Rosacroce, con il loro vasto network di affiliazioni, contribuirono a rafforzare una rete di potere occulto che interagiva con le strutture politiche e culturali europee, influenzando in particolare le decisioni politiche e le dinamiche sociali nei secoli successivi. La diffusione delle dottrine rosacrociane, che combinavano elementi di alchimia, ermetismo e misticismo, si intrecciò con le aspirazioni di un nuovo ordine europeo, una transizione che avrebbe contribuito alla formazione della modernità politica e alla crescita dell’Illuminismo. Molti dei principi che animarono la Rivoluzione Francese trovano infatti radici in queste dottrine esoteriche, sebbene le connessioni dirette tra i Rosacroce e il movimento rivoluzionario siano, come nel caso dei Templari, oggetto di interpretazioni diverse.
Fondata nel 1776 da Adam Weishaupt a Ingolstadt in Baviera, l’Ordine degli Illuminati si presentò come una società segreta dedita alla promozione di ideali di “libertà, uguaglianza e fraternità”. Sebbene l’Ordine perseguisse obiettivi dichiarati di riforma politica e sociale, non si limitava a essere un movimento filosofico o un attivismo per il cambiamento, ma si inseriva all’interno di un più ampio e complesso quadro di potere occulto. Gli Illuminati, infatti, intendevano influenzare il destino politico dell’Europa, manipolando eventi storici e decisioni governative attraverso una rete di alleanze tra le élite politiche, culturali ed economiche. Il movimento, pur propagandando ideali di razionalismo e di separazione tra la sfera religiosa e quella politica, non fu immune da connessioni con il potere occulto. In effetti, alcuni studiosi hanno sottolineato come le dinastie nobiliari, in particolare quelle con radici finanziarie e legami con la finanza internazionale, avessero interesse a sostenere e a facilitare lo sviluppo degli Illuminati, ritenendo che il movimento potesse rappresentare un canale di consolidamento del potere per le élite dominanti, sebbene sotto una facciata di riformismo e rinnovamento. Il sostegno a queste organizzazioni da parte delle famiglie nobiliari e delle classi finanziarie dimostra come il movimento non fosse solo una manifestazione ideologica, ma anche un veicolo per l’esercizio del potere occulto attraverso l’uso di pratiche simboliche, rituali iniziatici e strategie di controllo delle istituzioni politiche e sociali.
3. Lo “Stato profondo” e le trasformazioni dal XVIII al XX Secolo
Nel corso dei secoli XVIII e XX, il concetto di “Stato profondo” subisce una serie di evoluzioni che riflettono cambiamenti significativi nelle strutture politiche, economiche e sociali globali. Mentre nel periodo medievale e nell’epoca moderna iniziale lo “Stato profondo” si caratterizzava per l’influenza di istituzioni religiose e delle alte nobiltà, con il progredire dei secoli si venne a configurare come una rete complessa di poteri occultati dietro le strutture visibili dello Stato, composte da attori economici, banche centrali, agenzie di intelligence e società segrete. La crescente globalizzazione, l’emergere di nuove forme di potere economico e la proliferazione di agenzie di sicurezza hanno contribuito a rafforzare la capacità di intervento invisibile di queste entità nelle dinamiche politiche internazionali e nazionali.
Nel contesto della globalizzazione, la costruzione di una rete interconnessa di potere che sfuggiva ai controlli tradizionali e che agiva dietro le quinte, divenne sempre più visibile. Le agenzie di intelligence, i gruppi bancari e i lobbisti economici non solo esercitavano una crescente influenza sulle politiche interne degli Stati, ma avevano anche il potere di modificare gli equilibri geopolitici globali, superando i tradizionali vincoli nazionali. La fine della Seconda Guerra Mondiale e la Guerra Fredda segnarono un momento cruciale in questo processo, quando le operazioni segrete da parte di attori statali divennero un elemento costante delle dinamiche politiche internazionali, influenzando conflitti e alleanze senza che le masse ne avessero consapevolezza.
3.A. Le Società segrete e il potere delle banche
Le società segrete hanno svolto un ruolo centrale non solo nelle trasformazioni politiche, ma anche nell’evoluzione delle dinamiche economiche. Durante il periodo delle rivoluzioni francesi e americane, i gruppi massonici, che avevano radici in tradizioni esoteriche e filosofiche risalenti ai secoli precedenti, assunsero un’importanza centrale. Nel 1717 (diciassette – diciassette) con la fondazione della Gran Loggia di Londra, le massonerie moderne si strutturarono formalmente come potenti organizzazioni internazionali che, attraverso una fitta rete di iniziati, esercitavano una notevole influenza sulle politiche dei vari Stati. Diversi storici, tra cui Ferguson (1998), hanno evidenziato come i membri delle logge massoniche abbiano partecipato attivamente alla fondazione degli Stati Uniti d’America, contribuendo in modo significativo alla costruzione delle istituzioni politiche che avrebbero caratterizzato la nuova nazione. Inoltre, le logge massoniche, con il loro spirito di segretezza e di collegamenti internazionali, fornirono un terreno fertile per la nascita di alleanze strategiche che attraversavano i confini nazionali e le divisioni politiche.
Tuttavia, l’influenza delle società segrete non si limitò alla sfera puramente politica o filosofica, ma si estese anche all’ambito economico, in particolare attraverso il ruolo svolto da alcune delle famiglie bancarie più potenti dell’epoca, come i Rothschild. Queste famiglie esercitarono una notevole influenza economica a livello internazionale, e furono spesso accusate di manipolare gli eventi geopolitici per consolidare il proprio potere. Durante le guerre napoleoniche, i Rothschild, grazie alla loro rete bancaria che si estendeva su più nazioni europee – principalmente su Inghilterra (Londra), Francia (Parigi), Germania (Francoforte), Austria (Vienna) e Italia (Napoli) -, riuscirono a finanziare tanto gli schieramenti contrari a Napoleone quanto quelli in sua difesa, guadagnando enormi profitti e accrescendo la loro influenza sul sistema economico internazionale. Le loro operazioni bancarie non si limitarono al finanziamento di conflitti, ma si estendevano anche al controllo delle risorse economiche e finanziarie, dando loro una posizione privilegiata nelle politiche europee.
Questa influenza bancaria si intrecciava inevitabilmente con le dinamiche di potere occulto. Le banche centrali, come la Bank of England e la Federal Reserve, furono istituzioni che, pur esercitando un controllo visibile sulla politica monetaria, operavano frequentemente dietro un velo di segretezza. Il loro ruolo nell’economia globale si estese ben oltre la gestione delle riserve statali, influenzando politiche economiche internazionali e creando una rete di potere invisibile che condizionava le scelte politiche. Questi gruppi bancari, grazie alla loro posizione dominante nel sistema finanziario internazionale, avevano la capacità di influenzare e, in alcuni casi, manipolare le politiche monetarie e le dinamiche di sviluppo economico, operando attraverso alleanze strategiche con governi, grandi corporazioni e organizzazioni sovranazionali.
3.B. Servizi segreti e guerra fredda nel XX Secolo
Nel corso del XX secolo, il concetto di “Stato profondo” si evolse ulteriormente con l’emergere delle agenzie di intelligence e della sicurezza nazionale, che divennero strumenti fondamentali di controllo e manipolazione politica. La nascita di agenzie come la CIA (Central Intelligence Agency), il Mossad e la NSA (National Security Agency), nonché l’espansione delle loro attività, segnò un momento cruciale nell’affermazione di un nuovo tipo di potere occulto. Queste agenzie operavano in modo sempre più sofisticato, utilizzando il controllo delle informazioni, delle risorse umane e delle operazioni segrete per influenzare gli eventi mondiali. La Guerra Fredda, in particolare, fu il periodo in cui questo potere divenne preminente, con l’intervento di queste agenzie in numerosi conflitti internazionali e politiche interne di Stati stranieri.
La CIA, fondata ufficialmente nel 1947 sulle ceneri della vecchia OSS, divenne uno degli strumenti principali della politica estera degli Stati Uniti, con un ruolo fondamentale nell’elaborazione di strategie di intervento in paesi che erano considerati “sensibili” per gli equilibri geopolitici della Guerra Fredda. Tra gli esempi più emblematici vi sono le operazioni segrete degli Stati Uniti in Iran (1953), Cile (1973) e Vietnam (1954-1975), dove la CIA, attraverso il supporto a colpi di stato, operazioni clandestine e propaganda, cercò di sostenere regimi alleati o di rimuovere quelli considerati ostili agli interessi americani. In molti casi, queste azioni furono giustificate come parte della lotta contro il comunismo, ma in realtà rispondevano a logiche di potere occulto, finalizzate a proteggere gli interessi economici e geopolitici degli Stati Uniti e delle sue alleanze.
Le accuse di manipolazione politica durante la Guerra Fredda si basano principalmente su operazioni nascoste che includevano l’uso di agenti infiltrati, il sostegno a governi autoritari e il controllo delle informazioni. Come evidenziato da Prados (2006), queste attività segrete permisero alla CIA di influenzare le politiche interne di paesi stranieri, mettendo in atto operazioni che avevano lo scopo di garantire il predominio degli Stati Uniti sugli altri attori globali. Le modalità attraverso cui le agenzie di intelligence operavano si allontanavano dall’apparenza della diplomazia ufficiale, manifestandosi come strumenti di potere invisibile che agivano dietro le quinte delle istituzioni democratiche. In questo modo, le agenzie di intelligence si inserirono in una rete più ampia di interessi economici, corporazioni multinazionali e governi, consolidando il concetto di uno “Stato profondo” che operava al di fuori dei canali istituzionali visibili e che determinava le decisioni politiche globali in modo incontrollato.
Queste operazioni occulte non solo permisero agli Stati Uniti di mantenere una posizione di dominio durante la Guerra Fredda, ma contribuirono a modellare un nuovo ordine internazionale, dove il potere non era esercitato solo da governi visibili, ma anche da forze invisibili che manipolavano e influenzavano le politiche internazionali in nome di interessi economici e geopolitici.
3.C. Le Chiese Evangeliche
Nel corso del XX secolo, le Chiese Evangeliche degli Stati Uniti hanno acquisito un’importanza crescente, non solo come istituzioni religiose, ma anche come attori strategici nel contesto del cosiddetto “Stato profondo”. Queste organizzazioni, in gran parte sovragestate da élite economiche come i Rockefeller, sono state impiegate come strumenti per influenzare in modo decisivo le politiche interne ed estere degli Stati Uniti. La loro capacità di esercitare un impatto rilevante sulla scena politica ed economica è stata facilitata dalla loro partecipazione a una complessa rete di potere che ha intrecciato gli ambiti religioso, politico ed economico. Le Chiese Evangeliche, quindi, non si sono limitate a svolgere il tradizionale ruolo di promozione della fede cristiana, ma hanno agito come veicoli per sostenere gli interessi geopolitici e le politiche economiche statunitensi, spesso in sinergia con le dinamiche di potere internazionale.
Il sostegno delle élite economiche, in particolare delle famiglie come i Rockefeller, ha rappresentato un fattore determinante per l’espansione delle Chiese Evangeliche, sia negli Stati Uniti che all’estero. Attraverso le loro fondazioni e le istituzioni caritative, i Rockefeller hanno finanziato numerosi progetti che hanno permesso alle Chiese Evangeliche di estendere la loro influenza, veicolando un cristianesimo militante che si allineava con le politiche imperialiste degli Stati Uniti. Questo fenomeno ha avuto un impatto significativo sulla politica estera degli Stati Uniti, in particolare durante la Guerra Fredda, quando le Chiese Evangeliche hanno svolto un ruolo chiave nel sostenere l’agenda anticomunista, rafforzando la posizione degli Stati Uniti nel conflitto ideologico globale. Secondo l’Oxford Research Encyclopedia of Religion, gli evangelici americani hanno contribuito a plasmare la cultura politica statunitense durante la Guerra Fredda, integrando la loro narrativa escatologica con la retorica del bene contro il male promossa dai presidenti Truman ed Eisenhower. Sebbene la letteratura accademica italiana sul coinvolgimento diretto delle chiese evangeliche americane nelle operazioni della CIA durante la Guerra Fredda sia limitata, è documentato che le dinamiche diplomatiche e strategiche dell’epoca erano profondamente influenzate dalla dialettica amico-nemico tipica della Guerra Fredda. Alessandro Colombo ha evidenziato come le logiche del sistema internazionale fossero pervasivamente dominate da questa dicotomia, influenzando anche le relazioni religiose e culturali. (Colombo, 214)
In numerosi casi, missionari e organizzazioni non governative evangeliche sono stati impiegati sotto la copertura di attività di beneficenza con chiari scopi geopolitici. Come evidenziato da un articolo del “Berkley Center for Religion”, Peace & World Affairs, durante la Guerra Fredda, gli Stati Uniti hanno utilizzato la loro identità cristiana per contrastare l’attrattiva del comunismo sovietico, promuovendo valori religiosi come parte della loro strategia di politica estera. È un dato di fatto che agenti evangelici, attraverso la raccolta di informazioni e la diffusione di ideologie favorevoli agli Stati Uniti, hanno contribuito a promuovere valori capitalisti e a contrastare l’influenza sovietica. Uno studio pubblicato dall’Università di Oxford sottolinea come la CIA abbia adottato un “approccio religioso” nella conduzione della Guerra Fredda, utilizzando la religione come strumento strategico nelle operazioni di intelligence.(qui)
Questo processo di “soft power” religioso ha permesso agli Stati Uniti di estendere la loro influenza geopolitica sfruttando le risorse e le infrastrutture religiose come strumenti per l’intelligence e la diplomazia informale. Il concetto di “soft power”, introdotto da Joseph Nye, si riferisce alla capacità di un paese di persuadere altri a seguire i propri obiettivi attraverso l’attrattiva culturale e ideologica piuttosto che mediante coercizione o forza militare.(qui)
Un caso concreto di questa dinamica, limitatamente al nostro bel Paese, può essere rintracciato nelle operazioni dei servizi segreti statunitensi in Italia, subito dopo la Seconda Guerra Mondiale. In questo periodo, numerosi individui legati alle Chiese Evangeliche si sono rivelati essere in realtà agenti sotto copertura. Tra questi cito tre nomi su tutti: John McTernan (talvolta McTiernan), Henry H. Ness (talvolta Nesh) e Frank B. Gigliotti. Tutti, peraltro, massoni, suggerendo così un intreccio tra potere religioso, massonico e geopolitico. Le attività di questi missionari evangelici si inserivano in una strategia più ampia di manipolazione geopolitica, utilizzando la religione come copertura per azioni di intelligence e per consolidare alleanze politiche in chiave anticomunista.
Oltre a influenzare la politica estera, le Chiese Evangeliche hanno avuto un impatto profondo anche sulla politica interna degli Stati Uniti. In particolare, il movimento del New Right, che ha preso piede negli anni ’70 e ’80, ha trovato un terreno fertile all’interno delle Chiese Evangeliche. Queste ultime hanno giocato un ruolo cruciale nel consolidare il supporto popolare per leader conservatori come Ronald Reagan e Donald Trump, i quali, grazie all’appoggio evangelico, hanno potuto mobilitare una base di elettori che condivideva una visione cristiano-conservatrice della politica. Tale appoggio ha avuto ripercussioni profonde anche sul piano economico, con il sostegno delle élite finanziarie che hanno utilizzato le Chiese come strumenti per promuovere politiche economiche orientate al mercato libero e al conservatorismo sociale (FitzGerald, 1986).
Parallelamente, il crescente impatto delle Chiese Evangeliche sulla politica estera statunitense ha incluso un forte impegno verso il sionismo cristiano, un movimento che interpreta il ritorno degli ebrei a Gerusalemme come il compimento delle profezie bibliche. Le Chiese Evangeliche, infatti, hanno dato un sostegno significativo al progetto sionista, promuovendo l’idea che Gerusalemme dovesse essere riconosciuta come capitale dello Stato di Israele, in linea con le previsioni escatologiche bibliche. Questo impegno religioso, tuttavia, non si è limitato alla sfera teologica, ma ha avuto profonde implicazioni politiche. Le Chiese Evangeliche hanno contribuito a legittimare le politiche espansionistiche di Israele e hanno fornito un ampio supporto alla costruzione del Tempio di Gerusalemme, considerato dai sionisti cristiani un passo fondamentale per il ritorno di Cristo e la realizzazione del Regno di Dio sulla Terra. Tale visione ha influenzato le decisioni politiche degli Stati Uniti, che hanno sostenuto attivamente la causa israeliana, favorendo il riconoscimento internazionale di Gerusalemme come capitale di Israele.
In sintesi, le Chiese Evangeliche americane non si sono limitate a un ruolo religioso tradizionale, ma hanno esercitato un’influenza significativa sulla politica globale, intrecciando religione, potere economico e strategie geopolitiche. Attraverso il sostegno al sionismo cristiano, alla causa di Gerusalemme capitale e alla ricostruzione del Tempio, queste organizzazioni hanno contribuito a modellare la politica estera degli Stati Uniti, promuovendo un’agenda che ha avuto implicazioni durature per la geopolitica del Medio Oriente e per la politica internazionale degli Stati Uniti.
4. L’evoluzione dello “Stato profondo”
Con l’avvento della globalizzazione e delle nuove tecnologie dell’informazione lo “Stato profondo” opera sempre al di sopra dei governi eletti nelle democrazie. Le grandi multinazionali, i gruppi bancari internazionali e le agenzie di intelligence influenzano, a livello globale, le politiche economiche e le scelte geopolitiche.
Alcuni autori, come Chomsky e Zuboff, suggeriscono che i giganti tecnologici abbiano acquisito il controllo di una parte significativa della politica globale, esercitando una manipolazione delle informazioni e un monitoraggio delle popolazioni, creando un nuovo tipo di “Stato profondo” digitale sconosciuto in passato. La capitalizzazione della sorveglianza e il controllo delle narrative globali sono aspetti che, secondo queste teorie, potrebbero sostituire o affiancare i tradizionali centri di potere informale.
Nel XXI secolo, il concetto di Stato profondo ha subito una trasformazione radicale grazie all’integrazione delle nuove tecnologie. L’emergere delle tecnologie digitali, la sorveglianza di massa e l’uso di algoritmi intelligenti hanno permesso a governi e élites economiche di esercitare un controllo sempre più invisibile e pervasivo, consolidando un potere che va oltre le strutture tradizionali dello Stato. Il Deep State moderno si fonda su sistemi di monitoraggio avanzati e l’accesso a grandi quantità di dati, offrendo un nuovo tipo di controllo sociale.
5. Il XXI secolo: Le nuove tecnologie, il transumanesimo e il consolidamento dello “Stato profondo”
Nel XXI secolo, il concetto di Stato profondo sta subendo una radicale evoluzione grazie alle nuove tecnologie digitali e neurotecnologiche, che consentono una forma di controllo globale che va oltre la mera sorveglianza. L’integrazione di queste tecnologie con l’intelligenza artificiale (IA), i Big Data e i sistemi satellitari sta trasformando il potere politico ed economico in modi che sfidano le tradizionali strutture di potere e governance. Il Nuovo Ordine Mondiale multipolare, di cui tanto si parla ormai da alcuni anni, è qualcosa che probabilmente noi ancora non riusciamo a concepire pienamente e che forse travalica persino la nostra immaginazione.
5.A. Sorveglianza, Big Data e controllo delle informazioni
L’uso dei sistemi satellitari, come Starlink, lanciato da Elon Musk attraverso la sua azienda SpaceX, ha ampliato notevolmente le capacità di sorveglianza e comunicazione globale. Starlink è un sistema di satelliti a bassa orbita che mira a fornire accesso internet globale, con l’intenzione di connettere anche le regioni più remote del pianeta. Oltre agli aspetti civili, Starlink ha implicazioni geopolitiche e di sicurezza, poiché una rete di satelliti che copre l’intero globo potrebbe essere utilizzata per raccogliere dati di sorveglianza o per monitorare i flussi di informazioni in tempo reale.
Questi sistemi satellitari possono essere utilizzati da agenzie di intelligence per raccogliere e analizzare dati da ogni angolo del pianeta. La crescente interconnessione tra tecnologie satellitari, Big Data e algoritmi predittivi aumenta il potere di entità invisibili che controllano informazioni sensibili, potenzialmente rafforzando il potere dello Stato profondo in modo discreto e diffuso (Greenwald, 2014).
5.B. Transumanesimo e controllo biotecnologico
Parallelamente, il transumanesimo, che promuove il miglioramento delle capacità umane attraverso le biotecnologie e l’intelligenza artificiale, sta diventando un movimento sempre più influente. Le tecnologie avanzate come Neuralink, fondata da Elon Musk, mirano a migliorare le capacità cognitive e fisiche degli esseri umani, aprendo la porta a nuovi tipi di potere che potrebbero essere impiegati dalle élite. L’integrazione tra neuroni e computer potrebbe non solo migliorare la cognizione umana, ma anche creare forme di controllo mentale e manipolazione sociale, che potrebbero sfuggire al controllo pubblico (Bostrom, 2003).
Il transumanesimo ha quindi una doppia faccia: da un lato promuove il miglioramento dell’individuo, ma dall’altro solleva preoccupazioni sul possibile abuso di queste tecnologie da parte di chi detiene il potere per alterare il comportamento umano in modi che non sono ancora completamente comprensibili. Le élite tecnocratiche che guidano queste innovazioni, potrebbero potenzialmente monopolizzare la capacità di miglioramento umano, aumentando così le disuguaglianze globali e rafforzando un potere centralizzato.
5.C. Cyber guerra, geopolitica e Starlink
I sistemi satellitari come Starlink non sono solo utilizzati per la comunicazione o la sorveglianza, ma possono anche essere un strumento strategico nelle operazioni di cyber guerra. Chi controlla questi sistemi satellitari potrebbe avere il potere di interrompere le comunicazioni globali, interferire con le elezioni o manipolare i dati a livello geopolitico, ricattare i governi, le multinazionali. L’uso di tecnologie satellitari in contesti di conflitti ibridi (in cui cyber-attacchi e manipolazioni delle informazioni giocano un ruolo centrale) aumenta la capacità di influenzare le dinamiche politiche globali.
La capacità di monitorare il mondo in tempo reale grazie a una rete satellitare globale apre nuovi scenari di potere per chi controlla queste tecnologie. Inoltre, Starlink potrebbe essere utilizzato per bypassare i sistemi di sorveglianza e di censura adottati da alcuni Stati, rafforzando la capacità delle élite globali di agire senza ostacoli. Le implicazioni di questi sviluppi sono enormi, poiché il controllo delle infrastrutture critiche come le reti satellitari è un fattore fondamentale nel consolidamento dello Stato profondo moderno (Lobel, 2020) che potrebbe avere un potere illimitato che travalica quello finanziario, economico, delle grande corporazioni e degli Stati nazionali. Un potere quasi assoluto sul pianeta.
Conclusione
Lo “Stato profondo” non è un fenomeno esclusivamente moderno, ma una continuità storica che ha attraversato diverse epoche. Dagli antichi imperi di Egitto e Roma fino ai secoli più recenti possiamo osservare come strutture di potere informale abbiano sempre agito al di sotto delle istituzioni ufficiali, adattandosi ai cambiamenti politici ed economici. Sebbene molte delle teorie cospirazioniste moderne siano difficili da provare, la struttura di potere nascosto è un tema centrale nella storia politica mondiale. Lo “Stato profondo”, come fenomeno di concentrazione di potere, rimarrà probabilmente un concetto fondamentale per comprendere le dinamiche politiche del futuro. Nel corso dei secoli, come si evince da questo veloce ed elementare excursus storico, uno “Stato profondo” crolla per lasciare spazio a un altro “Stato profondo”. Un sistema crolla quando già un altro è pronto per sostituirlo.
Nel XXI secolo, la combinazione di sistemi satellitari avanzati, Big Data, intelligenza artificiale e transumanesimo ha trasformato le dinamiche di potere. I sistemi come Starlink non solo forniscono accesso globale alla comunicazione, ma offrono anche nuove opportunità per il monitoraggio e il controllo. Questi sviluppi pongono interrogativi cruciali sulla sovranità, la libertà individuale e la crescente centralizzazione del potere nelle mani di corporazioni tecnologiche che operano con una forza invisibile. La combinazione di tecnologie di sorveglianza, biotecnologie e intelligenza artificiale sta creando una nuova forma di biopolitica, che potrebbe rimodellare il nostro concetto di libertà, democrazia e religione nel corso dei decenni futuri.
Seguirà, appena possibile, un secondo articolo per spiegare lo “Stato profondo” in paesi come Cina, Russia e Medio Oriente di cui non si parla quasi mai, ma che è pienamente interconnesso a quello occidentale dove, per quel che comprendo dai miei studi ultradecennali, le massonerie e persino dinastie occidentali, come i Rothschild e i Rockefeller, siano ormai al loro tramonto e siano per essere sostituiti da altre forme di potere.
Bibliografia
- Baigent, Michael, and Leigh, Richard. The Temple and the Lodge: The Secret History of the Knights Templar and the Freemasons. Arcade Publishing, 1982.
- Bostrom, Nick, The Transhumanist FAQ: A General Introduction, World Transhumanist Association, 2003.
- Cavanaugh, William T.. Migrations of the Holy: God, State, and the Political Meaning of the Church. Cambridge University Press, 2011.
- Chomsky, N., & Herman, E. S., Manufacturing Consent: The Political Economy of the Mass Media, New York: Pantheon Books, 2002.
- Ferguson, N., The House of Rothschild: Volume 1: Money’s Prophets 1798–1848, London: Viking, 1998.
- FitzGerald, Frances. Fire in the Lake: The Vietnamese and the Americans in Vietnam. Little, Brown and Company, 1986.
- Furet, F., The French Revolution, Blackwell, 1996.
- Greenwald, Glenn, No Place to Hide: Edward Snowden, the NSA, and the U.S. Surveillance State, Metropolitan Books, 2014.
- Haber E. e Topor L, Sovereignty, Cyberspace and the Emergence of Internet bubbles, Jams, vol.14, N. 1
- Morris, Colin, The Papacy and European Politics in the Middle Ages. Cambridge University Press, 1994.
- Prados, J., The Presidents’ War: Six American Wars and the Presidency, University of Chicago Press, 2006.
- John D. Rockefeller: Anointed with Oil , Oxford University Press, 2001
- Sharlet, Jeff. The Family: The Secret Fundamentalism at the Heart of American Power. HarperCollins, 2008.
- Tyldesley, J., Hatchepsut: The Female Pharaoh, London: Viking, 1996.
- Zuboff, S., The Age of Surveillance Capitalism: The Fight for a Human Future at the New Frontier of Power, New York: PublicAffairs, 2019.
Molto bello, completo, interessante, per decifrare i complessi tempi attuali. Grazie.