22 Dicembre 2024
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© Filippo Chinnici

Dopo la nomina di Charles Kushner ad ambasciatore americano in Francia, padre di Jared Kushner, marito di Ivanka Trump, Donald Trump ha annunciato su Truth la nomina come Senior advisor presidenziale per il Medio Oriente e il mondo arabo l’altro consuocero. Stiamo parlando dell’imprenditore libanese Massad Boulos, padre di Michael Boulos, il marito di Tiffany, la figlia più giovane nata dal secondo matrimonio. Insomma, la politica è anche un affare di famiglia.

In questo articolo non parlerò dei fatti noti che i Kushner appartengono a una tradizione ebraica aschenazita con un forte impegno verso il sionismo e il sostegno allo Stato d’Israele. Non parlerò dei legami dei Kushner con il movimento messianico-sionista Chabad-Lubavitch che finanzia. Non parlerò del fatto che i Kushner nel corso degli anni hanno costruito amicizie con diversi importanti banchieri ebrei dell’alta finanza come i Bronfman, i Koch, gli Adelson e persino i Rothschild. Né del fatto che il loro potere economico è stato cruciale anche per l’integrazione dei Kushner nell’alta finanza e nella politica, dove il supporto alle cause sioniste è stato spesso al centro della loro agenda. Questo articolo è dedicato all’altro consuocero, forse meno conosciuto agli occidentali ma non meno conosciuto in contesti legati all’Islam e al cristianesimo orientale. Sto parlando di Massad Fares Boulos, questo il suo nome completo.

Chi è Massad Boulos che occuperà un ruolo estremamente delicato per la politica americana in Medio Oriente? I media arabi hanno sottolineato il ruolo giocato da M. Boulos nel convincere l’elettorato arabo e musulmano americano a votare per Donald Trump.

La questione è molto complessa e l’affronterò in una delle prossime dirette. Tuttavia, in questo articolo cercherò di fornire sinteticamente alcune informazioni che possono aiutarci ad avere un quadro meno fumoso.

1. Senior Advisor per il Medio Oriente e il mondo arabo

Stiamo parlando di una carica strategicamente importate, soprattutto, in questa fase storica, e che nel precedente mandato di D. Trump fu occupata dal genero, Jared Kushner, incuneato tra complessi e importanti circuiti sionisti. Ed è proprio a Kushner che si deve gran parte del successo degli Accordi di Abraham (la normalizzazione delle relazioni tra Israele, gli Emirati Arabi Uniti, il Bahrein, il Sudan e il Marocco) (QUI). Con la nomina del consuocero Massad Boulos avremo molto probabilmente una continuazione di quegli accordi ma con qualche variante. E questa variante consiste, secondo me, in un maggior coinvolgimento del mondo islamico e del mondo cristiano orientale.

Prima di addentrarci, cerchiamo di capire meglio quale sia il ruolo del «Consigliere principale per il Medio Oriente».

  • Consulenza strategica e diplomatica: Il senior advisor per il Medio Oriente fornisce consulenza diretta al presidente degli Stati Uniti riguardo a questioni diplomatiche e strategiche relative alla regione. Questi consigli sono vitali per prendere decisioni informate riguardo a conflitti, alleanze, e iniziative politiche nel Medio Oriente.
  • Gestione delle relazioni bilaterali incluse la gestione delle relazioni degli Stati Uniti con i paesi arabi e mediorientali, comprese le interazioni con alleati chiave come l’Arabia Saudita, Israele, gli Emirati Arabi Uniti, e l’Egitto, nonché con altre nazioni del Golfo Persico e del Nord Africa.
  • Gestione delle crisi e dei conflitti.
  • Promozione degli interessi economici e della stabilità, con particolare attenzione a settori come l’energia (petrolio e gas), gli investimenti, e gli scambi commerciali.
  • Politiche di sicurezza e difesa.
  • Relazioni con Israele e il conflitto israelo-palestinese.
  • Coinvolgimento con le organizzazioni internazionali e multilaterali.

Insomma, la persona che ricopre questa posizione deve affrontare una serie di sfide complesse. La sua influenza è significativa e può determinare la direzione della politica estera americana in una delle regioni più turbolente e strategicamente importanti del mondo.

2. Chi sono i Boulos?

Massad Fares Boulos, è nato nel 1971 nel villaggio di Kafr Aqa nel governatorato del Nord del Libano, da una nota famiglia cristiana ortodossa. La famiglia di Boulos è ben nota nel nord del Libano, suo nonno, suo padre e uno zio hanno avuto un ruolo nella politica libanese. Il padre era sindaco di Kafr Aqa, mentre uno zio è stato un parlamentare, rivestendo la carica di ministro. Sebbene si sia trasferito negli Stati Uniti in tenera età, il suo rapporto con il Libano e la propria famiglia non si sono mai interrotti. Egli ha seguito e segue costantemente le politiche e gli affari del Libano. In precedenza si è candidato per rivestire una carica politica in Libano ma senza successo. Egli coltiva legami di lunga di amicizia con figure politiche del paese da molti anni.

Quando era adolescente, Massad, si trasferì con la famiglia in Texas , e poi ottenne la cittadinanza americana. In seguito ha sposato Sarah Zuhair Fadl, di cui si sa pochissimo, tranne che sia figlia di un ricco imprenditore libanese che possiede aziende in Africa, e che appartiene all’aristocrazia libanese, ma non escludo una sua appartenenza al sionismo(1).

Massad dopo aver completato i suoi studi in Texas, ha frequentato l’Università di Houston dove ha conseguito la laurea in giurisprudenza. L’imprenditore libanese parla fluentemente tre lingue: arabo, inglese e francese.

Dopo la laurea, ha lavorato nel campo del diritto, prima di dedicarsi all’attività imprenditoriale, trasferendosi in Nigeria nel 1997 per gestire l’azienda di famiglia, Squa Nigeria, specializzata nella distribuzione e assemblaggio di veicoli.

Successivamente, ha fondato la Pulse Enterprises, una società che ha l’esclusiva per la distribuzione dei veicoli Suzuki giapponesi e delle motociclette cinesi in Nigeria. Inoltre, possiede altre società negli Stati Uniti.

A livello politico, Boulos ha mantenuto stretti rapporti con i politici libanesi, tra cui una solida amicizia con il politico cristiano Suleiman Franjieh, vicino alla dinastia siriana recentemente caduta Bashar al-Assad, e alleato di Hezbollah .

3. Gli affari

Anche se i membri più noti della famiglia Boulos sono associati principalmente a un successo imprenditoriale internazionale (come Massad Boulos, Michael Boulos e altri), la famiglia ha radici nel contesto storico e religioso del Libano. Molte delle famiglie libanesi di successo, come quella dei Boulos, si sono affermate attraverso attività commerciali e politiche, prima in Libano e poi in altre regioni, come l’Africa (soprattutto in Nigeria). La Boulos Enterprises – fondata negli anni ’70 da Anthony e Gabriel Boulos con sede in Nigeria -, è una delle principali distribuitrici di automobili e prodotti petroliferi nel Libano e nelle aree circostanti. L’azienda ha consolidato la posizione della famiglia Boulos come uno degli attori principali nel settore commerciale libanese e mediorientale.

Negli ultimi decenni, la famiglia Boulos ha esteso le proprie attività anche all’estero, in particolare negli Stati Uniti, dove Massad Boulos e soprattutto suo figlio Michael (genero di D. Trump) hanno fatto fortuna in vari settori economici. La famiglia ha costruito una rete di contatti internazionali, che include alleanze commerciali e politiche, e ha operato in vari paesi, incluso il Golfo Persico.

4. La rete del clan Boulos

In Libano e nel contesto del Medio Oriente, le famiglie e le linee di sangue sono trattate con grande rispetto. I clan familiari sono spesso percepiti come elementi fondamentali della storia sociale e politica del Libano. Alcune speculazioni suggeriscono legami con altre famiglie influenti o con reti tribali che storicamente hanno avuto un ruolo significativo nelle dinamiche politiche e sociali del paese.

Storicamente il Libano è stato caratterizzato dalla presenza di tribù e famiglie che hanno dominato la scena politica, sociale ed economica. Le principali influenze e poteri sono stati legati a divisioni religiose e a famiglie dinastiche ad esse collegate che si sono tramandate il potere nel corso dei secoli. Le Tribù e Famiglie Maronite hanno influenzato la politica del paese per secoli, come le tribù Chidiac e Jemayyel. Però, anche le famiglie ortodosse, sebbene in maniera meno visibile, hanno giocato un ruolo fondamentale, specialmente in ambito commerciale, come ad esempio i Gemayel, legati anche alla massoneria francese, i Daher, gli Aoun e i Jumblatt. Oltre naturalmente a famiglie non cristiane come i Druzi e le famiglie Sciite.

5. Qualche cenno storico

Le famiglie ortodosse libanesi appartengono principalmente alla Chiesa ortodossa greco-melchita (un ramo della Chiesa ortodossa orientale) che è presente soprattutto nelle regioni centrali e occidentali del Libano, con una concentrazione nelle valli di la Qadisha, nei monti di Chouf e nella città di Zahlé.

Storicamente, la Chiesa ortodossa in Libano ha avuto un ruolo fondamentale nel definire le identità religiose e culturali delle comunità nonostante non abbiano eguagliato il potere politico delle Chiese maronite, che erano legate più direttamente alle dinamiche di massonerie e potere coloniali francesi, e che hanno avuto una maggiore influenza sulle istituzioni del Libano moderno.

Tuttavia, le famiglie ortodosse, spesso anch’esse alleate con la Francia, durante il periodo del Mandato francese, hanno avuto un’importante rilevanza politica e sociale, specialmente nel contesto della politica interna del Libano che era caratterizzata da un sistema confessionale che divideva il potere tra le principali religioni. Ed infatti, alcune delle famiglie più influenti libanesi sono cristiano ortodosse, come ad esempio:

  • La famiglia Aoun, con Michel Aoun, ex generale dell’esercito e presidente del Libano, che ha avuto un ruolo dominante nella politica libanese moderna.
  • La famiglia Khoury, che ha avuto un’importante influenza economica e politica in Libano, in particolare nelle relazioni commerciali e nelle attività imprenditoriali.
  • La famiglia Hrawi, che per quasi un decennio ha avuto un suo rappresentante, Elias Hrawi, come uno dei principali presidenti della storia moderna del Libano.
  • La famiglia Raad, che ha avuto un impatto notevole nell’industria e nel commercio.

6. Cristianesimo filosionista?

La parola «cristianesimo» non deve traci in inganno, perché il sionismo così detto “cristiano” non è un fenomeno che riguarda solo il Protestantesimo ma si allarga e si infiltra in tutti i cristianesimi. Nonostante le chiese ortodosse siano generalmente distaccate dal sionismo politico e non hanno sviluppato una teologia filosionista, come quella esistente in genere nelle Chiese Evangeliche occidentali, alcuni leader e gruppi minoritari ortodossi hanno visto la creazione dello Stato di Israele come un passo verso la realizzazione di un disegno profetico che avrebbe preparato la scena per il ritorno di Cristo.

Durante la guerra civile libanese (1975-1990), alcune famiglie cristiane hanno intrattenuto relazioni ambigue con Israele, tra cui la Falange Libanese, un partito cristiano maronita che ha visto nell’alleanza con Israele un mezzo per contrastare la crescente influenza della Olp (Organizzazione per la Liberazione della Palestina) e dei movimenti islamisti. Queste alleanze hanno portato a voci secondo cui alcuni membri delle élite cristiane libanesi avessero avuto simpatia per alcune idee sioniste, soprattutto in relazione alla protezione delle comunità cristiane in Medio Oriente.

Nonostante la posizione ufficiale del Libano, che rimane contraria al sionismo, alcuni storici sostengono che il sionismo abbia cercato di infiltrarsi nel panorama libanese attraverso diverse forme di propaganda e influenza diplomatica, utilizzando proprio i predicatori delle comunità cristiane.

Infatti, la teologia è stata utilizzata come strumento di infiltrazione dal sionismo. Ed è in quest’ottica che va letto quello che io definisco come «movimento delle Scuole Bibliche», poiché è a partire dal XIX secolo (guarda caso in concomitanza con la nascita del sionismo moderno) che negli Stati Uniti prendono il via la creazione degli “Istituti Biblici” evangelici come fenomeno di indottrinamento dei predicatori. Il Princeton Theological Seminary (1812), la Scuola Biblica di Hartford (1834), Scuola Biblica di Andover (1808), il Moody Bible Institute (1879), che hanno formato migliaia di predicatori che poi sono diventati (forse inconsapevolmente) diffusori di una teologia filo-sionista, sono state tra le prime istituzioni. E tutte hanno avuto dietro finanziatori legati in qualche modo al sionismo. Tra tutti spiccano, come ho detto tante volte, aziende e società “filantropiche” dei Rockefeller. E chi finanzia, inutile dirlo, poi controlla.

IL SIONISMO E IL «MOVIMENTO DELLE SCUOLE BIBLICHE» EVANGELICO
Gli storici hanno definito il XIX secolo «Grande Risveglio religioso» durante il quale iniziano a sorgere le Scuole Bibliche in Nord America. Un fenomeno nuovo e spesso inquadrato nel contesto di movimenti pietisti e millenaristi che ebbero una grande influenza sul cristianesimo protestante dapprima in America e successivamente in tutto l’Occidente grazie alla spinta missionaria ricevuta dalla nascita del fenomeno pentecostale agli albori del XX secolo. Le scuole bibliche contribuirono significativamente alla formazione della teologia dispensazionalista che, com’è noto, è nata in ambienti gnostico-massonici con finanziamenti provenienti da area sionista. (QUI), (QUI) e (QUI)
La nascita e l’espansione di quello che io definisco «movimento delle scuole bibliche» sorto negli Stati Uniti alla fine del XIX secolo è stato funzionale agli scopi e agli obiettivi del sionismo moderno. Non sto dicendo che uno sia la causa dell’altro, ma non posso non ravvisarvi delle strane coincidenze. Infatti, sono riuscito a tracciare un legame profondo tra i due fenomeni, alimentato non solo da affinità teologiche e ideologiche, ma anche da un intreccio di interessi politici e finanziari che coinvolgevano alcune delle famiglie sioniste più influenti dell’epoca, come quella dei Rockefeller, e di cui spero di parlarne in un volumetto. La nascita del movimento sionista e del «movimento delle scuole bibliche» negli Stati Uniti (dando inizio a un fenomeno nuovo nella storia del cristianesimo) non sono fenomeni del tutto separati, ma presentano significativi legami ideologici e pratici. I finanziatori sionisti dell’alta finanza ebraica, come i Rockefeller, ebbero un ruolo fondamentale nell’alimentare la crescita del movimento evangelico e nel sostenere la creazione e la diffusione delle Scuole bibliche che legittimavano la causa sionista. Il movimento sionista, dal canto suo, non solo trasse vantaggio dalla simpatia cristiana per il ritorno degli ebrei in Palestina, ma si avvalse anche di alleati influenti tra i leader religiosi americani che interpretavano il progetto sionista come un adempimento delle profezie bibliche. Queste scuole bibliche hanno formato – leggasi «indottrinato» -, migliaia di pastori e predicatori con la teologia dispensazionalista e sionista trasformandoli in agenti del sionismo. Le agenzie missionarie, spesso infiltrate e usate dalle agenzie di intelligence americane, britanniche e israeliane, con il pretesto della predicazione del Vangelo sono esse stesse diventate, più o meno consapevolmente, diffusori della dottrina sionista. Lo stesso dicasi per presunte opere filantropiche e ONG.In sostanza, le Scuole bibliche, promosse e finanziate da grandi famiglie sioniste, costituirono uno strumento funzionale per creare un ampio sostegno ideologico e religioso alla causa sionista, alimentando quella visione millenarista che giustificava l’esistenza di uno Stato ebraico in Palestina come parte del piano divino. E, forse lo è davvero perché in effetti le profezie bibliche ne parlano, e colui che si sederà nel tempio ebraico di Gerusalemme ricostruito non sarà affatto il Messia (che è già venuto) ma l’anti-messia o anti-cristo (QUI), (QUI).

Si consultino i tanti articoli presenti nel canale telegram “Apocalisse: La Vittoria finale” facendo le ricerche con l’apposita lentina.

Pertanto, alcuni teologi cristiani, soprattutto in contesti protestanti e maroniti e, in tono minore, ortodosse, formati nelle facoltà teologiche sovvenzionate dai Rockefeller, hanno visto nel progetto sionista l’adempimento di antiche profezie bibliche, creando così una connessione tra il Cristianesimo e il sionismo. Una connessione che si è rafforzata nel corso degli ultimi anni, soprattutto dal 2020 in avanti. Ecco, quindi, agenzie missionarie evangeliche americane operanti in Medio Oriente, sono state utilizzate anche per introdurre una certa teologia sionista. E questo è accaduto anche in Libano.

Questa visione è stata in parte sostenuta dalle relazioni diplomatiche e religiose tra il Vaticano e Israele, ma anche da alcuni cristiani maroniti in Libano, che per ragioni ideologiche o politiche, in alcuni momenti della storia, hanno interpretato il sionismo come una forza che avrebbe potuto bilanciare l’influenza arabo-islamica nella regione. Questi legami sono stati soprattutto evidenti durante la guerra civile libanese e nel periodo delle invasioni israeliane del Libano. Durante questi periodi alcuni gruppi cristiani sono stati accusati di alleanze con Israele, specialmente con il Partito delle Forze Libanesi guidato da Samir Geagea. Geagea e altri leader maroniti sono stati accusati di collaborare con Israele durante la guerra civile libanese, principalmente in funzione anti-palestinese e contro i gruppi musulmani sciiti e sunniti. Contestualmente Israele ha sostenuto alcune fazioni cristiane maronite, tra cui il movimento delle Forze Libanesi e la milizia del Libano del Sud, in funzione di un contrasto alle forze palestinesi e alle formazioni musulmane alleate con l’Iran e la Siria. Questa collaborazione, che è avvenuta soprattutto negli anni ’80, ha portato a un consolidamento delle relazioni tra alcune fazioni maronite e Israele. Tuttavia, gli storici nazionalisti ci tengono a precisare che non c’è mai stata una vera e propria “infiltrazione” ideologica di tipo sionista nel cristianesimo libanese. Infatti, sebbene ufficialmente per le chiese ortodosse arabe il sionismo è visto come un fenomeno secolare e politico e non come un movimento che ha legittimità teologica all’interno della tradizione cristiana ortodossa, molti dei suoi leader coltivano simpatie e amicizie sioniste. Si prende coscienza, dunque, come il sionismo non sia un fenomeno esclusivamente ebraico ma sia un fenomeno che concepito all’interno dei circuiti aschenaziti (che poi non sono veramente ebrei perché sono discendenti di Iafet e non di Sem – Genesi 10:3) è un fenomeno politico che permea e attraversa tutte le religioni monoteiste incluse frange del cristianesimo e dell’islamismo. (QUI) (QUI)

7. Solo teorie cospirazioniste?

Sulla famiglia Boulos sono nate una serie di congetture che gli storici hanno subito etichettato come «teorie cospirazioniste» che possiamo sintetizzare in cinque punti:

  1. La fortuna dei Boulos sia stata favorita da legami con l’alta finanza ebraica. Alcuni sostengono che la famiglia Boulos abbia ricevuto un supporto strategico da parte di banche internazionali e gruppi finanziari legati a Israeliani e a lobby ebraiche globali, come quelle presenti a Wall Street e nelle grandi istituzioni bancarie internazionali. La teoria sostiene che questi gruppi avrebbero voluto vedere un’elevata stabilità economica nella regione del Medio Oriente, e che i Boulos sarebbero stati visti come attori affidabili in questo contesto.
  2. La famiglia Boulos avrebbe beneficiato di alleanze con potenti gruppi israeliani o lobbisti pro-Israele, che avrebbero sostenuto la loro scalata commerciale per inserirli in un discorso più ampio e globalista in modo che Israele e le sue lobby internazionali possiedano una rete che si estende ben oltre la politica e l’economia israeliana, influenzando le dinamiche economiche in altre regioni, come il Medio Oriente, gli Stati Uniti e l’Africa.
  3. Persino il recente matrimonio di Michael Boulos con Tiffany Trump è stato visto come una mossa strategica che rafforza i legami tra le élite americane e quelle internazionali. Alcuni teorizzano che i Boulos abbiano cercato di entrare in contatto con ambienti politici e finanziari più potenti per ampliare le proprie influenze a livello globale. L’accoppiamento con una figura politica di alto profilo come Tiffany Trump, viene interpretato come un’opportunità per rafforzare la loro posizione nelle reti di potere occidentale e così creare un ponte con i poteri orientali.
  4. Alcuni collegano i Boulos a famiglie influenti libanesi, come i Jumblatt e i Geagea, che storicamente hanno avuto un ruolo importante nella politica libanese. La teoria suggerisce che le connessioni politiche e finanziarie con queste famiglie abbiano aiutato i Boulos nella loro scalata tra i big della scena economica internazionale. E vi sarebbero sempre queste dinastie ad aver favorito inizialmente il loro successo in Nigeria e in altre regioni.
  5. Alcuni teorizzano che la famiglia Boulos faccia parte di reti esoteriche o di società segrete che avrebbero favorito il loro ingresso nel mondo degli affari e li avrebbero protetti a livello internazionale. Questi gruppi potrebbero avere legami con altre élite economiche globali e potrebbero operare in modo discreto per promuovere interessi economici e politici in vari paesi, inclusi quelli mediorientali.
In primo piano la figlia di Donald Trump, Ivanka Trump con il marito, l’ex Consigliere principale per Medio Oriente del governo degli Stati Uniti Jared Kushner, seguiti dalla sorella Tiffany Trump e dal marito, figlio del nuovo Consigliere principale per Medio Oriente, Michael Boulos, che arrivano per l’ultimo giorno della Convention nazionale repubblicana del 2024 al Fiserv Forum di Milwaukee, Wisconsin, il 18 luglio 2024.(Foto di Patrick T. Fallon / AFP)

Per comprendere meglio queste teorie, è utile considerare il contesto storico e politico in cui la famiglia Boulos si è inserita. Michael Boulos, il genero di D. Trump, e la sua famiglia hanno accumulato ricchezza in Nigeria, un paese in cui il mercato internazionale e le politiche globali giocano un ruolo significativo. La Nigeria, infatti, è una nazione ricca di petrolio e altre risorse naturali, e molti gruppi finanziari internazionali sono attivamente coinvolti nelle sue dinamiche economiche. L’idea che la famiglia Boulos possa aver avuto accesso privilegiato a questi flussi di capitale è parte integrante di molte delle teorie cospirazioniste.

E così D. Trump si trova due generi a fianco, che in qualche modo svolgono un ruolo particolarmente delicato in Medio Oriente. Da un lato c’è l’aschenazita e sionista Jared Kushner, marito di Ivanka Trump, incuneato tra i complessi circuiti di potere ebrei, che è già stato Consigliere principale per Medio Oriente nel mandato 2017-2020. Dall’altro lato c’è Michael Boulos, marito di Tiffany Trump, e figlio del prossimo Consigliere principale per il Medio Oriente nel mandato 2025-2028. Naturalmente è solo una coincidenza. Ed è doveroso sottolineare che si tratta solo di teorie cospirazioniste, non contemplate dalla narrativa ufficiale.

Nota

(1) Ipotizzo che Sarah Zuhair Fadl, la moglie di Massad Fares Boulos, possa avere origini ebraiche. La mia ipotesi speculativa si basa su alcune congetture. Poiché l’ebraico e l’arabo appartengono alla famiglia linguistica semitica, c’è una sovrapposizione semantica tra molte parole di entrambe le lingue. Il cognome Fadl (فضل) significa «benevolenza» o «grazia» in arabo, e concetti simili esistono anche nella tradizione ebraica, come nel significato di benedizione divina. Questo tipo di similitudine semantica potrebbe spiegare perché una famiglia di origine ebraica possa aver adottato un cognome con un significato simile a un valore positivo, come la grazia divina. Ho individuato lo stesso fenomeno semantico nella creazione del movimento terrorista «Hamas» su cui poi ho tratto qualche interpretazione speculativa.

D’altronde, era abbastanza diffuso tra gli ebrei – inclusi sefarditi (di origine spagnola) e mizrahi (di origine mediorientale) -, durante i secoli cambiare i loro cognomi per nascondere la loro identità pur continuando a praticare segretamente i propri rituali religiosi. Perciò  sono definiti dall’Enciclopedia ebraica «Cripto Giudei». Questo è stato fatto in tutto il mondo, anche nei paesi arabi. In molte regioni arabe, specialmente sotto l’Impero Ottomano, le comunità ebraiche e musulmane coesistevano in stretta vicinanza. Gli ebrei adottavano cognomi che rispecchiavano la cultura araba per mascherare o ridurre le differenze religiose ed evitare discriminazioni o difficoltà economiche. È noto che molti cognomi ebraici derivano da parole arabe che significano qualità morali o tratti distintivi. Cognomi come Abdallah (servo di Dio), Mansour (vittorioso), Haddad (fabbro) sono esempi di come i cognomi ebraici si siano fusi con la cultura araba. Durante il periodo ottomano, le comunità ebraiche vivevano sotto la protezione del sultano, ma allo stesso tempo avevano una posizione subordinata. L’assimilazione sociale portò molti ebrei a scegliere cognomi che li facevano apparire meno distintivi. L’uso di un termine come «Fadl» in un contesto ebraico potrebbe derivare dall’adozione di un nome arabo da parte di una famiglia ebraica nel Medio Oriente. È importante considerare che:

  • L’ebraico biblico e l’arabo condividono una radice semantica comune, derivante dalla famiglia semitica. Ciò significa che ci sono molte parole che si sovrappongono nei due linguaggi, sia a livello fonetico che semantico. Sebbene la parola «Fadl» non abbia un significato diretto in ebraico, la radice semantica e l’associazione con la benevolenza divina possono avere un parallelismo con concetti presenti nelle Scritture ebraiche.
  • Inoltre, alcuni cognomi ebraici – come Binyâmîn (figlio della destra), Shalom (pace) o Chaim (vita) -, si basano su concetti biblici o religiosi che hanno delle corrispondenze anche con parole arabe. Questo potrebbe indicare una commistione culturale che permetteva a famiglie ebree di adottare cognomi arabi con significati comunque positivi e con forte valore simbolico.

Pertanto, dal punto di vista della semantica religiosa, «Fadl» potrebbe teoricamente rientrare in un gruppo di cognomi usati da famiglie ebree che modificavano il loro cognome per celarsi tra il mondo arabo, pur volendo continuare ad esprimere un legame con la benevolenza divina o con una valore morale elevato. Questo tipo di scelta linguistica era comune tra le famiglie ebree, specie sefardite, che volevano integrarsi nella cultura araba ma allo stesso tempo mantenere una connessione con i loro valori religiosi e culturali. Una pratica contemplata chiaramente nella tradizione rabbinica e che prende il nome di «Cripto Giudaismo» come si evince dall’Encyclopaedia Judaica che trovi a fianco.

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