Club gay nei seminari. Contro di me vociare assassino
Le rivelazioni di Benedetto XVI nel libro voluto postumo
Che la mafia di san Gallo avesse affidato la direzione del Vaticano alla lobby gay è noto da moltissimi anni tra i corridoi. Adesso, però, a dirlo è il libro postumo di Papa Benedetto XVI “Che cos’è il Cristianesimo – Quasi un testamento spirituale”, pubblicato il 20 gennaio da Mondadori, che ha sollevato già un vespaio.Egli stesso ha chiesto ai curatori, Elio Guerriero e mons. Georg Gaenswein, con una lettera del primo maggio 2022: “Questo volume, che raccoglie gli scritti da me composti nel monastero Mater Ecclesiae, deve essere pubblicato dopo la mia morte”.
In una lettera a Guerriero Ratzinger aveva così motivato la sua scelta: “Da parte mia, in vita, non voglio più pubblicare nulla. La furia dei circoli a me contrari in Germania è talmente forte che l’apparizione di ogni mia parola subito provoca da parte loro un vociare assassino. Voglio risparmiare questo a me stesso e alla cristianità”, si legge nel libro.
Il “vociare assassino” che accompagnava “ogni parola”, e di cui racconta Ratzinger, è già indice di una Chiesa Cattolica divisa in fazioni di opposto orientamento dottrinale e piccoli club, per così dire. Parla proprio di “club” omosessuali: “si formarono club omosessuali che agivano più o meno apertamente e che chiaramente trasformarono il clima nei seminari” sin dagli anni Sessanta.Aggiungendo particolari raccapriccianti come quello di un vescovo, che in precedenza era stato rettore, che aveva permesso di mostrare ai seminaristi dei film pornografici, presumibilmente con l’intento di renderli in tal modo “capaci di resistere contro un comportamento contrario alla fede”.
Insomma un volume esplosivo che assieme alle considerazioni teologiche e alle riflessioni sul futuro della Chiesa, Benedetto XVI affronta il tema della vita sacerdotale e, prima ancora di quella in seminario, in una sorta di diario intimo.
Contenuti
1. La lobby gay esiste
Il problema della lobby gay è noto da tempo, e molto altro è saltato fuori dopo lo scoppio del caso Vatileaks. Storie di ricatti, di gruppi organizzati che lavoravano di concerto per ottenere avanzamenti di carriera negli uffici della curia. Secondo indiscrezioni, poi, i nomi dei presunti lobbisti erano stati inseriti nella relatio presentata dalla commissione cardinalizia d’inchiesta voluta da Ratzinger e a quest’ultimo consegnata a dicembre 2012. Faldoni che Benedetto XVI lesse e poi secretò. Pertanto, si sta solamente scoperchiando un vaso di Pandora.
2. Lo scontro si alza di tono
In cauda venenum la pubblicazione di questo libro non fa che alzare i toni dello scontro all’ultimo sangue che già da decenni si svolge dietro le mura vaticane. Dal libro postumo di Benedetto XVI emerge che nei seminari non c’è formazione sacerdotale, ma formazione omosessuale. E questo non è un problema che riguarda solo l’infausto pontificato di Bergoglio perché è un problema che dura da decenni. Si tratta di un problema che nemmeno Ratzinger affronta. Persino in questo volume postumo, egli individua e denuncia un male, è vero, ma si tiene lontano dal dire la causa dell’infezione.
Non c’è alcun dubbio sul fatto che questo volume sia un altro duro colpo a Bergoglio. Ratzinger scrive chiaramente che contro di lui vi è stata una vera e propria congiura.Le dimissioni di Bergoglio sono ormai prossime. E la sensazione è che il suo pontificato si chiuderà nell’infamia più totale per chi ha seduto indegnamente e illegalmente per troppo a lungo sul soglio pontificio. Per un approfondimento rimandiamo a un articolo della settimana scorsa.
3. Il fidanzato di Bergoglio?
D’altronde, già l’anno scorso sul nostro canale telegram sollevammo la questione di una presunta relazione gay tra Bergoglio e il quarantenne sacerdote uruguaiano, Gonzalo Emilio. [QUI] e [QUI]
I due si conobbero nel 2006 quando Bergoglio era arcivescovo di Buenos Aires dopo averlo notato durante la messa. Da allora, la loro storia d’amore è sbocciata ed è diventata uno dei segreti meglio custoditi del Vaticano.
Tuttavia, il rapporto attorno al presunto fidanzato di Bergoglio, padre Emilio, divenne più noto il 17 marzo 2013 (quattro giorni dopo l’elezione al trono papale) mentre il pontefice salutava i fedeli riuniti fuori Porta Sant’Anna e quando alla fine della liturgia, lo chiamò al suo fianco e lo presentò, chiedendo a tutti di pregare per lui e il suo lavoro con i bambini di strada, era un po’ come l’introduzione del suo compagno segreto, hanno detto alcuni membri della comunità LGBTQ in Vaticano.
La foto di quel momento insolito che mostra un giovane bello e sorridente sacerdote mano nella mano con un visibilmente felice Papa Francesco, che sembrava come se stesse uscendo da un matrimonio gay, è stato parzialmente ri-pubblicato dal sito ufficiale dell’agenzia di stampa Vaticana, omettendo però la parte inferiore della foto originale che noi invece pubblichiamo e che mostra i due tenersi teneramente per mano in un modo molto intimo.
Il solo fatto che l’agenzia di stampa vaticana abbia deciso di tagliare la foto la dice lunga. Purtroppo per loro, però, quella foto l’abbiamo pubblicata già l’anno scorso sul nostro canale telegram.