Chiusura di qualche exchange centralizzato italiano … ed altro
Si stringe sempre di più la morsa per controllare anche ciò che fa parte della “Finanza Decentralizzata” (DeFi) e di cui, sia attraverso la coercizione della regolamentazione sia attraverso gli aggiornamenti tecnologici dell’Informatica Quantistica, ne rimarrà ben poco.
Infatti ci è giunta notizia della chiusura di qualche exchange di criptovalute entro il 7 gennaio 2023: “Il motivo essenziale è che poichè in italia dal maggio 2022, con una nuova legge, la gestione delle valute virtual, tra cui le cryptovalute è stata data ad un organismo chiamato OAM a cui si devono iscrivere obbligatoriamente tutti coloro che le trattano. A parte il discutibile costo non irrisorio di 8500euro, il peggio è che pretendono ogni 3 mesi si invii un report che includa tutti i dati delle persone iscritte e relativi movimenti Crypto eseguiti. Noi non intendiamo essere collaboratori di un sistema che vuole ingabbiare le cryptovalute e spiare ogni singolo movimento fatto dalle persone che le trattano. Essi pretendono che ciò sia fatto anche solo se si fornisse un servizio gratuito di crypto wallet … entro il 7 gennaio [l’exchange] sarà chiuso, cancellate tutte tabelle database relative e dismesso anche il server su AWS”.
Ci siamo capiti? …
Inoltre sappiamo che la legge di bilancio 2023 presentata dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, è stata ufficialmente approvata. Questa implica anche che i cripto-trader (in generale, gli investitori nel settore delle criptovalute) saranno soggetti ad un’imposta sulle plusvalenze del 26% a partire dal 2023.
Da qualche parte si legge: “L’aliquota del 26% si applica a chi supera i 2.000 euro nel periodo d’imposta. Come incentivo alla dichiarazione dei profitti delle criptovalute, il nuovo disegno di legge stabilisce anche una “imposta sostitutiva sul reddito” per gli investitori pari al 14% del valore degli asset detenuti al 1° gennaio 2023, invece del costo al momento dell’acquisto” … e beh, visto il crollo delle criptovalute dal novembre del 2021, una “boccata di sollievo” per coloro che hanno sui propri wallet delle criptovalute già dal gennaio 2022.
A questo punto, se vi state chiedendo quale sarà il futuro super-regolamentato di questo settore e delle valute elettroniche in generale, iniziate a considerare il seguente acronimo: CBDC (Central Bank Digital Currency).
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